Straordinaria Bebe Vio, più forte di tutto e tutti: “Ad aprile ho rischiato di morire”
Prima le lacrime, poi il sorriso. È una gioia incontenibile quella di Bebe Vio che si è confermata medaglia d'oro alle Paralimpiadi di Tokyo nel fioretto femminile, concedendo il bis dopo l'exploit di Rio 2016. Un trionfo dal sapore speciale quello dell'atleta classe 1997 che in finale ha battuto la la cinese Jingjing Zhou: solo pochi mesi fa infatti, la Bebe nazionale ha rischiato addirittura di morire. Questa la sua rivelazione a sorpresa dopo la gara che l'ha consacrata come una vera e propria stella dello sport azzurro.
Bebe Vio ha vissuto giorni davvero drammatici nello scorso aprile. L'atleta azzurra che ad 11 anni è stata colpita da una meningite fulminante che ha causato una grave infezione che ha comportato l'amputazione di gambe e avambracci, ha vissuto un nuovo incubo: "Non credevo di arrivare fin qui, perché ho avuto un’infezione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane (dell’arto sinistro, ndr.) e morte entro poco".
Ecco allora che questo trionfo vale doppio, con il sapore di chi ha superato l'ennesimo ostacolo durissimo: "Sono felice, avete capito perché ho pianto così tanto? L’ortopedico ha fatto un miracolo, è stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro". E in conclusione ai microfoni di Rai Sport, non poteva mancare il ringraziamento per chi l'ha aiutata a riscrivere la storia dello sport: "I primi quattro anni della preparazione sono andati benissimo, anche nel periodo del Covid, grazie ai miei allenatori e alle Fiamme Oro perché ho ripreso persino prima delle altre avversarie. L’ultimo anno, invece, è stato parecchio sfigato".