Staffettista inglese sospeso per doping! Medaglia d’argento olimpica a rischio
Clamoroso colpo di scena a pochi giorni dalla conclusione delle Olimpiadi di Tokyo. L'Athletics Integrity Unity, l'ente creato nel 2017 per combattere il doping nell'atletica leggera, ha infatti sospeso 4 atleti per possibili violazioni della normativa anti-doping: tra questi c'è anche Chijindu Ujah, primo staffettista inglese della 4×100 che è stata battuta dall'Italia per appena un centesimo. Qualora la violazione fosse accertata, la medaglia d'argento sarebbe tolta alla Gran Bretagna ed assegnata al Canada, mentre la Cina vincerebbe il bronzo.
"In conformità con le regole antidoping del CIO e del World Athletics – recita la nota – l'Athletics Integrity Unity ha avviato procedimenti disciplinari per determinare eventuali sanzioni da imporre a quattro atleti che si afferma abbiano commesso violazioni delle regole antidoping a seguito di test condotti dall'Agenzia Internazionale per i Test (ITA) durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. L'ITA, che è responsabile dei test ai Giochi Olimpici per conto del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), aveva affermato che c'erano state violazioni delle regole antidoping e provvisoriamente sospeso gli atleti sotto elencati durante i Giochi:
1. Sadik Mikhou (Bahrein) – 1500m – Presenza/uso di un metodo proibito (trasfusione di sangue)
2. Benik Abramyan (Georgia) – Lancio del peso – Presenza/uso di una sostanza vietata (DHCMT, Metandienone, Tamoxifene)
3. Mark Otieno Odhiambo (Kenya) – 100m – Presenza/uso di una sostanza vietata (Methasterone)
Dopo la conclusione dei Giochi Olimpici, il laboratorio di controllo antidoping a Tokyo ha anche notificato all'ITA un ulteriore risultato derivante dai test condotto durante i Giochi:
4. Chijindu Ujah (Gran Bretagna) – 4X100m – Presenza/uso di una sostanza vietata (Ostarina e S-23)".
L'ostarina è un agente anabolizzante proibito: adesso è da capire se il suo impiego potrà essere giustificato in qualche modo. Allo scopo servirà attendere la conclusione dell'indagine, come comunicato sempre dall'Athletics Integrity Unity: "L'AIU attende ora la conclusione del procedimento dell'ITA nei confronti dei suddetti atleti, che determinerà se sono state commesse violazioni del regolamento antidoping e quali conseguenze (se del caso) debbano essere imposte in relazione ai Giochi Olimpici". Ovvero, in caso di positività confermata, niente medaglia d'argento per gli inglesi. Un epilogo doppiamente beffardo, dopo che Jacobs, Tortu e compagni li avevano battuti in pista per appena un centesimo, ma soprattutto dopo le accuse di doping – quelle sì farlocche – rivolte proprio da inglesi ed americani al nostro Jacobs. Infierire sarebbe facile, ma non lo faremo: siamo italiani.