Sono state le Olimpiadi degli outsider per l’Italia: troppi favoriti subito fuori per sognare le 50 medaglie
I Giochi olimpici di Parigi sono stati davvero molto strani per la nostra delegazione. Nella storia abbiamo spesso mantenuto le attese con le carte da medaglia più pesanti, avuto sempre qualche grande sorpresa sul podio e quasi mai gioito per atleti outsider nelle diverse discipline. Questa volta invece le cose sono andate in modo diametralmente opposto. Soprattutto nella prima settimana l’Italia non è riuscita a vincere una medaglia con una sfilza di primi nel ranking e campioni del mondo delle diverse discipline, tanto da inquietare non poco i tifosi. Per fortuna però questa volta siamo rimasti a galla con tutta una serie di outsider che in alcuni casi hanno fatto la gara della vita, raggiungendo una medaglia olimpica.
La lista di favoriti che non sono riusciti ad arrivare a medaglia è davvero lungo ma ha senso partire con Jannik Sinner, che da primo nel ranking ATP nel tennis, ha letteralmente saltato a pie' pari le Olimpiadi, scegliendo per un problema di tonsillite di concentrarsi sul resto della stagione.
Nei primissimi giorni sono saltati subito i nostri due pugili più quotati. Prima di tutto Abbes Aziz Mouhiidine, due volte argento mondiale, campione europeo e vincitore degli European Games. Da oro in pectore è stato battuto nel primo match dei 92 kg dall’uzbeko Lazizbek Mullojonov. In questo caso però il giudizio della giuria è stato come minimo molto discutibile. Insieme a Mouhiidine, fuori subito anche la campionessa del mondo Irma Testa contro la cinese Xu Zichun, ma l’esclusione in questo caso aveva almeno un appiglio di ragionevolezza in più.
Nella scherma le carte da medaglia più pregiate erano Tommaso Marini e Arianna Errigo nel fioretto individuale e la squadra di fioretto e spada femminili. Le spadiste sono riuscite a vincere un oro meraviglioso, mentre Marini ed Errigo sono usciti il primo agli ottavi e la seconda ai quarti con due assalti decisi dall’ultima stoccata. Per Marini c’è l’aggravante che l’avversario, il francese Pauty, non era tra i primi della lista mondiale e infatti si è visto con il proseguo delle Olimpiadi. Entrambi hanno poi fatto una buona gara a squadre, ottenendo l’argento con una piccola sfumatura di delusione in più per Errigo, Volpi, Favaretto e Palumbo, perché un torneo senza Russia ci vedeva chiaramente superfavorite.
Nel judo tanto abbiamo sofferto e malamente sperato per Assunto Scutto, che arrivava da prima nel ranking della categoria 48 kg. Ha perso ai quarti contro l’astro nascente, di quattro anni più giovane, Tara Babulfath, per poi perdere anche nei ripescaggi. Parlando di sport di combattimento, come non essere tristi per l’infortunio che ha limitato fortemente e poi estromesso dal torneo il campione di tutto Vito Dell’Aquila nel taekwondo, categoria 58 kg. Con problemi gravissimi di mobilità è riuscito a spingersi fino in semifinale, senza poi poter disputare la gara per il bronzo.
Riccardo Pianosi, campione europeo nel 2023 e vice-campione mondiale nel 2024 nel Kite, ha raggiunto la finalissima, ma si è posizionato quarto, mentre Matteo Zurloni, campione del mondo dello Speed climbing è uscito ai quarti per due millesimi. Anche i due sport più seguiti e iconici delle Olimpiadi ci hanno dato delusioni inaspettate. Quest’anno Leonardo Fabbri ha lanciato il peso oltre i 22 metri con una costanza impressionante, arrivando al nuovo record italiano di 22,95, a un passo dai 23 metri. Nella gara olimpica si è fermato a 21,70, arrivando quinto, con gli ultimi tre lanci fatti su una pedana scivolosa per colpa della pioggia.
Insieme a lui i due campioni olimpici di Tokyo nella marcia, Antonella Palmisano e Massimo Stano, hanno perso titolo e medaglie. Stano ha marciato bene e il quarto posto nella 20 km era il massimo a cui poteva aspirare dopo i problemi alle caviglie, Palmisano si è ritirato durante la 20 km e si è fatta raggiungere e sorpassare da tre squadre nella gara mista in cui eravamo i grandi favoriti (con due campioni olimpici in squadra). Purtroppo poi si è venuto a sapere che il covid l’ha fortemente debilitata.
Ma anche nel nuoto scontiamo un dolore. Con il campione olimpico dei 100 rana e dei 100 dorso, un farfallista discreto e un buon stileliberista come Miressi potevamo certamente giocarci la grande sfida della 4×100. Invece non siamo riusciti ad arrivare nemmeno alla finale.
Infine i due sport di squadra maschili, per cui c’è delusione e rabbia per motivi differenti. La pallanuoto è uscita ai quarti contro l’Ungheria dopo aver subito un errore arbitrale clamoroso, riuscendo a reggere contro una delle squadre migliori al mondo portandola ai rigori, mentre la pallavolo maschile ha mostrato un livello non ancora troppo alto per entrare nel novero delle squadre che possono vincere davvero le Olimpiadi.
Vero che siamo arrivati da campioni del mondo e vice campioni d’Europa in carica, ma dobbiamo anche fare la tara a due edizioni molto schiacciate su due tornei olimpici a tre anni di distanza uno dall’altro. Questa generazione sarà al massimo a Los Angeles, ma dobbiamo migliorare ancora tanto per giocarcela quando sul campo ci sono i cinque cerchi.