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Sochi, le autorità ordinano strage di cani randagi prima delle Olimpiadi

La società incaricata di eliminare i cani randagi ha difeso il proprio lavoro sostenendo di non usare metodi crudeli.
A cura di Antonio Palma
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Nuove polemiche sulle autorità russe in vista delle Olimpiadi invernali 2014 che si terranno a Sochi. Questa volta le autorità locali vengono accusate di aver fatto strage di cani randagi per ripulire le strade prima dell’inizio dell’evento sportivo. La conferma di quanto sta avvenendo è stata data dalla stessa società a cui è affidato il servizio. Il direttore generale Alexei Sorokin, infatti, ha difeso l’operato della società, ritenendo fondamentale la soppressione degli animali per la sicurezza della città. “Facciamo un lavoro importante perché a Sochi di questi animali ce ne sono a migliaia e sono pericolosi visto che spesso mordono i bambini” ha dichiarato l’uomo, aggiungendo: “Immaginate cosa potrebbe accadere se durante il salto dal trampolino di uno sciatore a 130 chilometri orari un cane gli si dovesse parare di fronte, sarebbero morti entrambi”.

Il patto tradito  – Le autorità di Sochi, dopo le prime polemiche scoppiate ad aprile, avevano assicurato che avrebbero eliminato dalle strade i circa duemila cani randagi attraverso un piano che prevedeva di accudire, curare e sterilizzare le bestie, invece di sopprimerle. Il patto però sembra non essere stato rispettato.  Come ha affermato lo stesso Sorokin infatti “i cani vanno tolti dalle strade” e quindi si è optato per la loro soppressione. Dalla società però hanno voluto precisare che non vengono utilizzati metodi crudeli.

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