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Si ritira Hakuho, il più grande campione di sumo che tradì la Mongolia per la gloria del Giappone

Al secolo Mönkhbatyn Davaajargal, ma conosciuto da tutti semplicemente come Hakuho, ha deciso di ritirarsi dalle scene del sumo, a 36 anni e dopo il record assoluto di 44 titoli consecutivi vinti. I problemi al ginocchio – cui era stato operato a inizio anno – hanno avuto il sopravvento. Adesso si dedicherà alle “heya”, le scuderie dove crescerà i campioni del futuro.
A cura di Alessio Pediglieri
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Si chiama Mönkhbatyn Davaajargal ma per tutti è semplicemente Hakuho, il più forte campione di sumo di ogni tempo che, a seguito di problemi fisici persistenti, ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dal mondo dello sport. A 36 anni e con una straordinaria carriera alle spalle, Hakuho in Giappone è venerato quasi come un dio, pur essendo di natali mongoli, per le sue incredibili vittorie che lo hanno reso il lottatore più vincente della storia del sumo, lo sport nazionale del Paese.

Già a 15 anni, il giovanissimo Hakuho era riuscito a far parlare di sè nel mondo del sumo quando iniziò a lottare in Giappone, trasferitosi dalla vicina Mongolia dove era nato nel 1985, per diventare un lottatore professionista nel 2001, un anno più tardi, ottenendo nel tempo anche la cittadinanza giapponese. Per la legge nipponica non è permesso avere doppio passaporto e Hakuho si ritrovò a scegliere: "Ho lo spirito del Giappone legato tra i capelli", rispose a chi gli chiedeva quale sarebbe stata la sua scelta. E così fu: divenne cittadino giapponese e non pochi gridarono allo scandalo. I connazionali perché videro in quella scelta un vero e proprio tradimento a terra e origini, i giapponesi integralisti perchè sostenevano che uno ‘straniero' non potesse eccellere nel loro sport nazionale diventando anche cittadino sotto ogni punto di vista.

Questioni che non hanno mai scalfito il gigante di 192 centimetri di altezza, 157 chili di peso e con 44 titoli ufficiali consecutivi conquistati nel sumo. Un vero e proprio record di una carriera che annovera più di mille incontri vinti, dove ne ha persi poco meno di 200, mostrando doti tecniche che lo hanno reso celebre nel corso del tempo.

Un vero e proprio shock la notizia del suo ritiro dalle competizioni, arrivata in diretta su una emittente giapponese da parte dello stesso Hakuho, anche se era nell'aria una decisione oramai forzata dai continui problemi fisici al ginocchio destro. Già a luglio si era vociferato nell'ambiente del sumo del suo addio, a seguito dell'operazione di inizio anno che non era riuscita a ridargli l'integrità fisica totale. Un problema che ha portato Hakuho alla scelta definitiva: ritirarsi dalle competizioni per dedicarsi ad allenare i nuovi "rikishi", come sono chiamati i lottatori.

Dopotutto Hakuho è una star assoluta nel mondo del sumo: nel 2007, a soli 22 anni, era stato nominato "yokozuna", il grado più alto nella disciplina e una vera e propria onorificenza per un lottatore perché tiene conto sia dei risultati ottenuti in pedana, sia del comportamento tenuto fuori dal campo dove si è obbligati a seguire comportamenti di vita molto rigidi. Amato e seguito da tutti, grazie ad Hakuho e alla sua notorietà, in Giappone negli ultimi anni si è registrato anche un importante avvicinamento allo sport nazionale, sia per ciò che riguarda la pratica sia per il seguito riscontrato agli eventi.

Il futuro di Hakuho, dunque, resterà legato a doppio filo con il mondo del sumo: avendo ottenuto la cittadinanza giapponese nel 2019, ha acquisito il diritto di poter gestire la propria scuola di lottatori del futuro nel Paese del Sol Levante, l'unico modo che lui stesso ha definito essere la dimostrazione migliore per esprimere la massima gratitudine a questo sport e al Giappone.

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