Schwazer si ritira nel più triste dei modi: in gara contro un solo avversario, si arrende alla sciatalgia
La sciatalgia e un dolore forte alla schiena hanno fermato Alex Schwazer. Si è ritirato nel più triste dei modi: era in gara contro un solo avversario, il 42enne master Damiani Barbieri, ma s'è dovuto arrendere alle condizioni fisiche precarie che lo hanno costretto ad alzare bandiera bianca. Non ce l'ha fatta a completare i 50 giri di pista previsti per la QAlex 20k ad Arco di Trento.
S'è fermato poco prima del 14° chilometro (su 20 complessivi), sfiancato e sofferente, piegato in due, dopo appena un'ora di corsa. Era fradicio per la pioggia e per il sudore, moralmente a pezzi perché la sorte – che può essere davvero cattiva e beffarda – gli ha tirato un brutto scherzo proprio in quel momento.
Il podista 39enne aveva fatto il possibile per regalarsi l'ultimo brivido dopo 8 anni di squalifica, nemmeno quella piccola soddisfazione ha potuto assaporare. Gli era stato già respinto pure l'ultimo ricorso per partecipare a Parigi 2024. Ad assistere all'ultima prova c'erano un centinaio di persone, tra cui i familiari e il suo allenatore Sandro Donati.
Ma per il campione olimpico nella 5o chilometri di Pechino 2008 c'è stato nulla da fare: la fitta era insopportabile, impossibile tenere la postura corretta, ogni falcata era un tormento. Fino a quando non ha rallentato, accompagnando gli ultimi passi con una smorfia.
La gara si è svolta con una regolare giuria di marcia: avrebbe avuto valore per la graduatoria Fidal ma non anche per il ranking internazionale. A Schwazer, però, questo non importava: voleva solo correre. Ed era partito anche abbastanza bene, facendo registrare parziali soddisfacenti. Ma la determinazione e il coraggio hanno dovuto fare i conti con i problemi alla schiena: ha provato a resistere ancora un po' poi ha dovuto mollare.
"Volevo esserci a tutti i costi – le parole a caldo i Schwazer -. Purtroppo sono fermo da tre settimane a causa di una sciatalgia, ma volevo che i miei bimbi (Ida e Noah, ndr) vedessero una volta quello che ho fatto per tanti anni".
Amarezza, tanta. Ma c'è qualcosa che, nonostante tutto, riscalda il cuore dell'uomo e del marciatore dopo 8 anni fuori da tutto, che ha definito allucinanti per quanto gli è successo e come s'è sentito. "È stato incredibile vedere così tante persone che sono venite qui a vedermi. Ho corso anche per loro nonostante il dolore fortissimo che sentivo".
Schwazer aveva già capito tutto. La sensazione che non ce l'avrebbe fatta era timore avvertito già nel riscaldamento. "In gara è stata tosta – ha aggiunto -. Dopo il quarto chilometro non riuscivo nemmeno a poggiare il piede". Gli chiedono se ha corso l'ultima gara ufficiale della carriera. La risposta che dà è intrisa di orgoglio: "No, perché atleti si resta sempre. È una cosa che hai dentro".