Russia esclusa dalle Olimpiadi invernali 2018
Il Comitato olimpico internazionale ha emesso il suo verdetto. Punizione massima per la Russia che sarà esclusa anche in occasione delle prossime Olimpiadi invernali. Il motivo? La colpevolezza nella vicenda relativa al doping di Stato che negli ultimi mesi ha portato a nuovi sviluppi e conferme. Il Comitato olimpico russo dunque è stato bandito, ma gli atleti, dietro speciale autorizzazione, potranno prendere parte alla kermesse che si svolgerà in Corea del Sud, sotto bandiera neutrale, ovvero quella olimpica. La polemica infuria: le reti televisive statali oscureranno l'appuntamenti olpimico. L'annuncio ufficiale è stato trasmesso dall'ufficio stampa della stazione televisiva WGTRK a Mosca, dopo che la decisione del Cio è stata resa nota.
Russia esclusa dai Giochi olimpici invernali del 2018
La Russia dunque non prenderà parte ai Giochi invernali del 2018 a Pyeongchang, in Corea del Sud. Una beffa per la nazione che solo pochi mesi dopo ospiterà il Mondiale di calcio. Ai funzionari governativi del Paese dunque sarà vietata ogni forma di partecipazione alle gare e anche i simboli e la bandiera della Russia non saranno esposti alla cerimonia di apertura, dove mancherà anche l'inno.
Gli atleti russi potranno gareggiare sotto bandiera neutrale
Tutti gli atleti provenienti dalla Russia che riceveranno una dispensa speciale potranno competere solo come individui neutrali e il medagliere ufficiale mostrerà per sempre che la Russia ha vinto zero medaglie. Ovviamente potranno sfruttare questa sorta di permesso a competere tutti gli atleti i cui nomi non sono stati coinvolti in vicende di doping in passato, e che risultano dunque "puliti" a tutti gli effetti. Questi atleti invitati parteciperanno, sia in gare individuali o di squadra, sotto il nome di "Atleta Olimpico dalla RUSSIA (OAR)". Gareggeranno con una casacca che porta questo nome e sotto la bandiera olimpica.
Il doping di Stato in Russia, certificato dalla Commissione Schmid
La decisione è stata presa dal comitato esecutivo del Cio che ha concluso i lavori di analisi dei risultati della Commissione guidata dall'ex presidente della Svizzera, Samuel Schmid, che si occupa della manipolazione sistematica del sistema antidoping in Russia, confermata anche in occasione dei Giochi olimpici Invernali di Sochi 2014. Dopo 17 mesi di lavori, con audizioni e raccolta di prove e informazioni è stata confermata: "la manipolazione sistemica delle regole e del sistema anti-doping in Russia durante i Giochi Olimpici Invernali Sochi 2014, nonché i vari livelli di responsabilità amministrativa, legale e contrattuale, derivante dalla inosservanza dei rispettivi obblighi delle varie entità coinvolte".
Le richieste della Commissione, con la protezione degli atleti puliti
A quel punto è stata la stessa Commissione Schmid a chiedere al Cio di "adottare le misure appropriate che dovrebbero essere sufficientemente forti da sanzionare efficacemente l'esistenza di una manipolazione sistemica delle regole e del sistema antidoping in Russia, nonché la responsabilità giuridica delle varie entità coinvolte, proteggendo nel contempo i diritti dei singoli atleti russi puliti; e prendere in considerazione i costi multipli sostenuti dal Cio, in particolare quelli legati alle indagini, alle varie competenze e la ri-analisi dei campioni dei Giochi Olimpici".
Tutti i funzionari dello sport russi banditi a Pyeongchang2018
Mano pesantissima anche nei confronti dei vertici dello sport russo: a Pyeongchang2018 non ci sarà alcun funzionario del ministero dello sport della Russia. Banditi l'ex ministro dello sport Vitaly Mutko, e il suo ex vice Yuri Nagornykh, da qualsiasi partecipazione a tutti i futuri Giochi olimpici. L'ex amministratore delegato del Comitato organizzatore Sochi 2014, Dmitry Chernyshenko, è stato escluso dalla Commissione di coordinamento Pechino 2022. Inoltre, il presidente del comitato olimpico russo, Alexander Zhukov, è stato sospeso dal ruolo di membro Cio.