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Rossella Fiamingo diventa “l’amica di Diletta Leotta” dopo l’oro: la reazione sdegnata di Granbassi

L’ex schermitrice, che ha commentato con la giusta enfasi la conquista dell’oro olimpico delle spadiste, ci tiene a citarle tutte, facendo nomi e cognomi, così da cancellare quello che le è sembrato un brutto titolo di giornale letto poco dopo il successo.
A cura di Maurizio De Santis
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L'orgoglio nel difendere l'impresa sportiva delle spadiste e il pathos con il quale ha seguito la finale per l'oro di Margherita Granbassi entrano nel corredo accessorio del racconto sulla vittoria della medaglia più preziosa da parte della squadra femminile. Ci tiene a citarle tutte, facendo nomi e cognomi, così da cancellare quello che le è sembrato un brutto titolo di giornale letto poco dopo il successo delle azzurre (e successivamente modificato).

Non le è piaciuto perché l'ha trovato svilente per gli accostamenti fatti verso le donne e le sportive protagoniste di una grande prestazione. Non le è piaciuto perché da ex atleta sa qual è il valore della parola "sacrificio" e del rispetto che deve esserci, nel bene e nel male, verso chi arriva lassù, fino a quel punto, a mettere in gioco se stessa dopo anni di duro lavoro. Non le è piaciuto perché una medaglia d'oro non può essere narrata con superficialità e popolarità di riflesso vincolata ad amicizia importanti.

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Ecco perché durante la diretta tv su Eurosport, mentre sullo sfondo scorrono le immagini delle schermitrici in festa, proprio non ce la fa a trattenersi. C'è una cosa che sente di dire, per amor proprio e di verità. "Brave ragazze", ripete Granbassi ma la chiosa del suo intervento è più amara che dolce. "Volevo solo fare un piccolo accenno a un titolo di un giornale che mi è capitato sott'occhio poco dopo la vittoria. Un famoso giornale nell'edizione online le descrive come l'amica di Diletta Leotta, la psicologa, la francese, la veterana. E no… – conclude menzionando tutte e quattro le spadiste – loro si chiamano Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi".

Un trionfo storico per la scherma italiana, che ha acquisito un valore maggiore sia perché ottenuto contro la Francia padrone di casa sia perché arrivato dopo le delusioni e le polemiche arbitrali per l'oro negato a Filippo Macchi, lo sfogo del maestro Stefano Cerioni sulla competenza dei giudici di gara. Una prestazione straordinaria sottolineata dalle lacrime e dalla commozione della ex fiorettista che in tv ha accompagnato gli ultimi minuti, le stoccate finali con partecipazione emotiva e competenza tecnica.

L'una e l'altra si sono sciolte insieme al pianto di gioia che Granbassi ha dedicato alle "ragazze campionesse olimpiche", espressione che ha scandito con voce solenne com'era giusto che fosse per sottolineare i meriti delle schermitrici che nomina una volta.

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