Roglic mostruoso, velocità fuori controllo: non si accorge neanche del traguardo
Velocissimo. Impossibile stargli dietro. Primoz Roglic ha dominato la crono olimpica di ciclismo conquistando la medaglia d'oro. Lo sloveno ha pedalato a una velocità media di 48,2 km/h e ha imposto un distacco di 1'01" al secondo classificato, Tom Doumoulin, seguito da Rohan Dennis (1'03"). Nulla da fare per Filippo Ganna: la speranza di chiudere a medaglia s'è infranta sull'asfalto. Numeri impressionanti quelli del vincitore, considerati lunghezza del tracciato (44,2 km) e il percorso con oltre 800 metri di dislivello.
È come se avesse corso contro se stesso, concentrato solo sulla strada e sul ritmo della gara. Così deciso nel raggiungere l'obiettivo che, al passaggio sotto il traguardo nemmeno si accorge che la corsa è finita e ha vinto. Le immagini in diretta spiegano bene come la trance agonistica gli giochi uno scherzo: resta incurvato sul manubrio, non rallenta né alza le braccia al cielo. Fila via come un matto e impiega qualche attimo a realizzare che nessuno può più riprenderlo.
Roglic non ha la dinamite nelle gambe, semplicemente ha riversato sull'avventura alle Olimpiadi di Tokyo tutta la rabbia e la voglia di riscatto accumulati in un'annata sfortunata culminata con la caduta (e il ritiro) al Tour de France. E compensata da un successo dorato come il metallo prezioso che stringe tra le dita al momento della premiazione. La tiene in mano e quasi la pesa, agitando l'arto a mo' di bilancia.
In un palmo ha tutta la soddisfazione per una vittoria voluta, cercata, strameritata. "È una medaglia pesante – ha ammesso lo sloveno mostrando con orgoglio la medaglia al collo – sono orgoglioso e felice di quello che ho fatto. Ho dato tutto, sono andato al massimo dall'inizio alla fine. È la dimostrazione che il lavoro alla fine paga anche se la mia non è stata la stagione migliore". L'oro olimpico cancella ogni cosa. È un ottimo punto di ripartenza, inforcando i pedali e le mani ferme sul manubrio.