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Rio 2016, Olimpiadi maledette: politici alla sbarra, crisi, crolli e Zika

La corsa finale ai Giochi olimpici di Rio 2016 è ufficialmente iniziata però al posto dell’entusiasmo per il mega evento sportivo, tra i brasiliani si fa strada la protesta contro gli scandali politici e la crisi economica.
A cura di Mirko Bellis
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Rio 2016

Quando mancano poco più di cento giorni dall'apertura della XXXI edizione dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro, il Brasile si trova immerso in una grave crisi politica ed economica. La Camera dei deputati ha approvato pochi giorni fa il procedimento per la messa in Stato d’accusa della presidente Dilma Rousseff, accusata di aver manipolato i conti pubblici per mascherare un aumento del deficit nel 2014, anno della sua rielezione. Se anche il Senato dovesse confermare l’impeachment – la decisione è prevista per il 10-11 maggio – Rousseff verrà sospesa dall'incarico per 180 giorni e quindi il Brasile dovrà affrontare il periodo olimpico con il suo presidente sott'accusa.

Un'intera classe politica sott'accusa

A presenziare dunque l’accensione della fiamma olimpica il prossimo 5 agosto potrebbe esserci Michel Temer, attuale vice presidente. Va ricordato comunque che anche Temer dovrà affrontare un processo per impeachment. Non va certo meglio agli altri registi della manovra politica che rischia di spodestare Rousseff: Eduardo Cunha e Renan Calheiros, rispettivamente presidente della Camera dei deputati e del Senato, sono coinvolti nello scandalo legato alle mazzette che Petrobas – il gigante petrolifero brasiliano – avrebbe pagato a politici e dirigenti di alto rango. Il caos politico è quindi molto grande nel Paese verde-oro e milioni di brasiliani sono scesi in piazza per manifestare la loro sfiducia verso la classe dirigente e chiedere le dimissioni della presidente.

Enormi problemi economici

Ma oltre agli scandali politici, il Brasile deve affrontare anche enormi problemi economici. Una delle critiche rivolte a Rousseff è di non fare abbastanza contro la crisi economica in corso, una delle peggiori degli ultimi anni. Lo sforzo per aggiudicarsi le Olimpiadi è costato al Brasile circa 7,5 miliardi di real (1,88 miliardi di euro): una cifra elevatissima in un Paese dove larghi strati di popolazione vivono ancora sotto la soglia di povertà, nonostante i piani di sviluppo messi in atto prima da Lula e poi dalla stessa Rousseff.  La crescita decennale che ha rilanciato il Paese – facendone la prima economia dell’America Latina e la settima al mondo – è ormai un ricordo e il Brasile dall'anno scorso è in recessione. La diminuzione del prezzo del petrolio e in generale delle materie prime di cui è uno dei maggiori esportatori sta provocando un peggioramento generale dei conti pubblici e delle condizioni di vita dei brasiliani.

Popolazione contro le Olimpiadi

Sono moltissimi i brasiliani a non vedere di buon occhio i Giochi Olimpici. A Rio sono state numerose le manifestazioni contro le demolizioni delle favelas per fare spazio a nuove costruzioni nei pressi del Villaggio Olimpico. il Comitato popolare di Rio de Janeiro per la Coppa del Mondo e le Olimpiadi ha pubblicato un rapporto nel quale vengono denunciati gli abusi da parte della polizia durante le operazioni di sgombero delle baraccopoli. Almeno 4.120 famiglie sono già state sfrattate dalle loro case – si legge nel rapporto – per far posto a progetti direttamente o indirettamente connessi con le Olimpiadi. A causa di questi sfratti, molti bambini hanno smesso di frequentare la scuola e – denuncia il Comitato –  potrebbero diventare vittime di sfruttamento, lavoro minorile e violenza sessuale. Il problema della sicurezza è molto sentito in Brasile e per mantenere l’ordine pubblico durante i Giochi, a Rio verranno utilizzati 85.000 tra soldati e poliziotti, quasi doppio rispetto a Londra 2012.

Un altro motivo del malcontento popolare legato alle Olimpiadi è stato l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici e i tagli a welfare e sanità. La spesa per ospitare i Giochi dal 2009 (anno di aggiudicazione) ad oggi è quasi raddoppiata, passando da 4,9 a 7,4 miliardi di real. E la vendita di biglietti – che dovrebbe consentire di ripagare in parte la spesa – invece non decolla: al momento è stata venduta solo la metà dei 4,5 milioni di biglietti a disposizione.

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Infine, nonostante le rassicurazioni delle autorità brasiliane, sui giochi incombe anche il virus Zika. L’emergenza è tale che il Comitato olimpico statunitense (Usoc), ha lasciato piena libertà ai propri atleti di decidere se partecipare o meno alle competizioni e anche il Kenya potrebbe non andare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro quest'estate se la diffusione del virus raggiungesse "livelli di epidemia".

Tutte queste difficoltà non hanno fatto perdere l’entusiasmo al neo ministro dello sport brasiliano, Ricardo Leyser. In un’intervista al quotidiano spagnolo El País ha dichiarato che né il processo di impeachment della presidente né le critiche all'organizzazione impediranno la realizzazione dei Giochi olimpici, le cui strutture – ha precisato – sono al 95% pronte.

La corsa finale è ufficialmente iniziata con la cerimonia di accensione della torcia a Olimpia, in Grecia.  La fiaccola olimpica arriverà a Rio de Janeiro per l’inaugurazione del 5 agosto. Per il bilancio di questo mega evento sportivo, però, bisognerà aspettare fino al 21 agosto, data di conclusione delle Olimpiadi di Rio 2016.

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