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Rio 2016, canottaggio: Abagnale e Di Costanzo nella storia

Abagnale e Di Costanzo bronzo nel due senza. E’ la prima medaglia olimpica per gli azzurri in questa specialità dal 1948. Vincono gli imbattibili neozelandesi Murray e Bond, che non perdono da 69 gare di fila. Argento ai sudafricani Keeling e Brittain, colpito dal cancro due anni fa.
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I rematori che fecero l'impresa. Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo regalano all'Italia la prima medaglia olimpica nel due senza al canottaggio azzurro dal 1948, dal bronzo di Londra di Felice Fanetti e Bruno Boni. Agguantano con un fantastico sprint negli ultimi 500 metri il bronzo nel due senza, dietro agli imbattibili neozelandesi Eric Murray e Hamish Bond, che non perdono da 69 gare consecutive, e ai sudafricani Lawrence Brittain e Shawn Keeling. “Siamo contentissimi, ci abbiamo creduto dal primo momento a Rio, questa è una barca che non ha mai smesso di migliorare” ha detto Di Costanzo. “Il lago di oggi non ci permetteva di esprimerci al meglio, sono contentissimo. Oggi ci siamo espressi come due veri campioni”.

Abagnale, giovane campione – “Il lago di oggi non era proprio il nostro. Nella parte centrale abbiamo avuto un po' di vento contro che ci ha penalizzato” ha aggiunto Abagnale (la B in meno non è un refuso), cresciuto a Castellammare alla scuole dei fratelli che han fatto la storia di questo sport. "I fratelli Abbagnale sono i mie idoli" ha raccontato alla vigilia, "in particolare Agostino, forse quello meno conosciuto dei tre: per me è un esempio per la sua forza di volontà; durante la sua carriera ha attraversato momenti difficili a causa di problemi di salute ma non si è mai arreso. Vinse la prima medaglia ai campionati del mondo 1985, giungendo secondo nella specialità dell'otto con. Alle Olimpiadi del 1988, a Seoul, conquistò la medaglia d'oro sul 4 di coppia azzurro, pochi minuti dopo che i suoi due fratelli Carmine e Giuseppe ebbero la meglio nella gara del due con. Fu costretto a uno stop forzato di cinque anni, dovuto ad una forma di trombosi. Saltò le Olimpiadi del 1992 e tornò a gareggiare ai mondiali nel 1995, giungendo tredicesimo in 2 di coppia. Sempre in 2 di coppia, l'anno successivo, gareggiò alle Olimpiadi di Atlanta vincendo la medaglia d'oro con Davide Tizzano. Alle Olimpiadi del 2000, nella specialità del 4 di coppia conquistò di nuovo la medaglia d'oro". Una storia di riscatto e successo, una via per la gloria che vale di esempio per tutti.

Di Costanzo, dal basket ai remi – Ha praticato nuoto e basket, Abagnale, vista la sua altezza (1,98 per 90 kg), poi un suo professore di educazione fisica gli ha consigliato di dedicarsi al canottaggio. Vince tre medaglie mondiali da junior, due ori nell'otto nel 2011 e 2012 e un argento nel 4 senza nel 2014. Di Costanzo, napoletano e di tre anni più grande, del Gruppo sportivo della Polizia di Stato ha già in bacheca l'oro mondiale dell'anno scorso a Aiguebelette nel 4 senza con Giuseppe Vicino, Matteo Castaldo e Matteo Lodo. Già bronzo nel due senza ai Mondiali giovanili di Singapore, ha iniziato grazie al fratello Fabio. "Ha iniziato a remare prima di me e proprio guardando le sue prime gare mi sono appassionato al punto che anch’io ho cominciato ad allenarmi. Era il 2002. Visto che avevo solo dieci anni non potevo gareggiare, quindi il mio primo anno di canottaggio fu l’insieme di tanti allenamenti".

Barca nata all'ultimo – È una barca nata all'ultimo, quella azzurra. I due hanno iniziato a remare insieme nel due senza a luglio, dopo la positività al doping di Niccolò Mornati, canottiere del CC Aniene e figlio di Carlo, il capo delegazione azzurra a Rio, che aveva ottenuto la qualificazione ai Giochi in coppia con Vincenzo Capelli. Eppure ha saputo reggere al ritorno finale della Gran Bretagna, e non si è fatta prendere dalla foga di cercare il ritmo degli imbattibili neozelandesi.

Imbattibili Kiwi – Murray e Bond, probabilmente la miglior coppia di sempre, restano imbattuti in gare internazionali dal 2009, da quando hanno lasciato il quattro favorito per l'oro a Pechino che invece non arrivò nemmeno in finale. “Cosa facciamo di diverso rispetto agli altri? Siamo più belli” scherzava Murray con l'Associated Press dopo la vittoria in semifinale. “Ci alleniamo duro, proviamo a migliorare la nostra tecnica: in fondo nulla di diversi rispetto ai nostri avversari. Secondo il coach olandese Meenhorst, il loro segreto sta nel fatto che pur essendo più leggeri dei canottieri avversari, riescono a generare la stessa potenza e possono così garantirsi un vantaggio considerevole. E sprintare come nessun'altra coppia: chiedere per credere alla Francia, avanti di mezza lunghezza sui Kiwi nella finale di Londra dopo 500 metri e indietro di 5 secondi ai 1500.

Brittain, argento dopo il cancro – Gioia doppia anche per l'argento di Brittain cui nel 2014 è stato diagnosticato il linfoma di Hodgkin, il cancro ai linfonodi con cui già conviveva, ha scoperto, da due anni. Il britannico è tornato ad allenarsi solo l'anno scorso, in maniera leggera, senza poter superare i 120 battiti al minuto. Brittain, fratello minore di Matt, oro a Londra nel quattro pesi leggeri, ha ritrovato Keeling con il miglior risultato possibile “per gli umani”. I due avevano iniziato insieme, salvo separarsi ai Mondiali del 2013: Keeling vinse il bronzo con Vincent Breet, Keeling finì quinto con David Hunt.

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