Reclamo ufficiale dell’Italia dopo l’oro scippato a Macchi: “Il presidente del CIO ha visto tutto”
Filippo Macchi ha conquistato la medaglia d'argento nel fioretto maschile alle Olimpiadi di Parigi ma l'esito dell'incontro con Ka Long Cheung ha lasciato una coda di polemiche e veleni per le decisioni dei giudici di gara. La Federscherma italiana le impugna ufficialmente e presenta reclamo al CIO (Comitato Olimpico Internazionale). "Ci stiamo muovendo in accordo con il Presidente del Coni, Giovanni Malagò – le parole del presidente Paolo Azzi -. Fortunatamente il Presidente, Thomas Bach, che è stato campione olimpico di fioretto, ha visto tutto".
La rabbia dell'Italia per l'oro scippato a Macchi nel fioretto
Uno scippo, un furto, un'ingiustizia: non c'è altro modo per definire quanto accaduto sul 14-14 di una finale intensa sotto il profilo emotivo, giocata sul filo degli assalti e dei nervi. La mimica del commissario tecnico azzurro, Stefano Cerioni, a bordo pedana spiega bene qual è stato lo stato d'animo di quei momenti: "Mai vista una cosa del genere!", sbotta. C'è rabbia per valutazioni molto discutibili, cervellotiche che hanno privato l'italiano del metallo più prezioso. Per il 22enne schermidore delle Fiamme Oro, nipote di Carlo Macchi (grande maestro della scherma nazionale), sarebbe stato un trionfo: debuttare ai Giochi così è stata già una bellissima soddisfazione ma un po' d'amaro in bocca resta per come sono andate le cose.
Le stoccate contestate: azzurro beffato per due volte sul 14-14
Cosa è successo? Per due volte Macchi era convinto che le sue stoccate fossero andate a segno ma in entrambi i casi gli arbitri hanno ritenuto che il punto non fosse valido e l'assalto andava ripetuto. Un episodio del genere s'è verificato anche una terza volta ma dopo la revisione al video di quel frangente del duello il colpo decisivo è stato assegnato al cinese. Ed è proprio quest'ultimo tassello a far ribollire il sangue nelle vene perché perdere un oro in questo modo, con molte ombre, fa più male.
La reazione da campione di Macchi: "Convinto di avere ragione"
La reazione di Macchi è stata una lezione di sport, nel senso più puro del termine. Non a sbraitato né gridato al complotto, ha preferito tenere un tono basso nonostante tutto. S'è fatto sentire ma senza lasciarsi trasportare dall'enfasi e dall'adrenalina, anche in questo caso ha mostrato una freddezza (e una saggezza) da veterano.
"La scherma è uno sport a discrezione dell'arbitro – ha ammesso Macchi nelle interviste a Rai Sport -. Sul 14-12 ho avuto l'opportunità per chiudere la gara ma non ci sono riuscito. In cuor mio ero convinto d'avere ragione e rivedrò le stoccate ma non ho mai pensato di essere stato derubato. Né penso che dietro le decisioni degli arbitri ci sia stata malafede". E allora cosa può essere accaduto? "Che hanno sbagliato. Ma, ripeto, non c'è stata volontarietà".