“Prendimi a schiaffi”, l’insolito rituale della judoka prima di un match alle Olimpiadi
La scena lascia di sasso i pochi spettatori presenti nel palazzetto dello sport e attoniti quella da casa che seguono l'incontro. L'episodio è surreale, sembra lo sketch di un film, la gag di una striscia comica o addirittura la trama di una candid camera perfettamente riuscita. Succede tutto poco prima di una gara di judo alle Olimpiadi: i protagonisti solo la tedesca, Martyna Trajdos, e il suo allenatore, Claudiu Pusa. Arrivano entrambi ai bordi della pedana a passo svelto: lei ha lo sguardo rivolto verso terra e raccoglie la concentrazione, lui la segue a breve distanza con la borsa a tracolla. Manca poco al match della categoria 63 kg contro l'ungherese Szofi Ozbas ed è in quel momento che va in scena l'insolito rituale.
Trajdos si ferma e si volta verso il tecnico. È davanti a lei, la prende per il bavero della divisa e inizia a scuoterla con forza poi le dà un paio di schiaffoni sul viso. Uno-due, combinata micidiale. Avviene tutto nel giro di pochi secondi ma sono sufficienti perché quelle immagini facciano il giro del mondo e, soprattutto, spingano la Federazione a un severo ammonimento nei confronti del coach. Perché s'è comportato in quel modo? Cosa ha mai potuto provocare una reazione di quel tipo? Che necessità aveva di utilizzare quei metodi molto spicci e violenti per farsi ascoltare dall'atleta? Non si tratta di alcun gesto impulsivo né dettato dalla rabbia. È tutto programmato. Anzi, è frutto di una richiesta specifica della judoka tedesca.
Il riverbero sui social di quelle immagini è stato durissimo, nei confronti del suo allenatore si scatenano polemiche durissime, diviene oggetto di commenti anche pesanti per quell'atteggiamento violento, sessista, da macho padrone nei confronti della donna/atleta sottomessa al suo volere. Niente di più sbagliato. Quell'atto, anche se molto discutibile, è un'idea proprio di Martyna Trajdos. Sarà lei stessa a spiegarlo in un post su Instagram nel quale, a corredo del video, ci sarà il messaggio chiarificatore: "Non c'è da preoccuparsi. È tutto normale – le parole della tedesca -. È il rituale che ho scelto prima del combattimento. Il mio allenatore ha fatto solo quello che gli ho chiesto di fare per tirarmi su il morale. Per favore, non insultatelo".
Quanto avvenuto prima di salire sul tappeto non è piaciuto alla Federazione che ha ritenuto quell'episodio per nulla in linea con lo spirito olimpico e troppo sopra le righe. "Il judo è uno sport educativo e come tale non può tollerare un simile comportamento", si legge nella nota ufficiale. Com'è andato il match? Trajdos ha perso l'incontro. Ma questa volta s'è presa da sola a schiaffi.