Premi in soldi alle Olimpiadi, Coe risponde ai critici: “Soldi a chi rischia la pelle: gli atleti”
Il presidente della World Athletics, Sebastian Coe ha sconvolto il mondo dei Giochi olimpici decretando premi in denaro ai medagliati nelle discipline dell'atletica leggera iniziando da Parigi 2024: circa 50 mila euro ai medagliati, una decisione che è stata ferocemente criticata perché contraria allo spirito olimpico. Ma il due volte olimpionico nei 1500 metri ha voluto ribadire l'obiettivo principale della sua scelta rivoluzionaria: "Finalmente i soldi andranno a chi rischia davvero la pelle, mettendosi in gioco, cioè gli atleti stessi".
L'annuncio è arrivato come il classico fulmine a ciel sereno, a circa 100 giorni dall'inizio delle Olimpiadi di Parigi che si preannunciano un'edizione storica perché verranno dati per la prima volta in assoluto, dei premi in denaro a chi vincerà gare di atletica. A deciderlo, Sebastian Coe, presidente della Federatletica internazionale che si è attirato su di sé gli strali di tutti gli altri suoi colleghi e pari ruolo, assolutamente contraria questo tipo di decisione, che coccia con lo "spirito olimpico".
Eppure, lo scopo di Coe è stato proprio quello di dare un prezzo chiaro a qualcosa che un prezzo lo ha già visto che i vincitori alle Olimpiadi, così come in altri eventi sportivi, ricevono guadagni precisi e concordati dai propri sponsor o si prestano a successive commercializzazioni, a sfruttamento della propria immagine. Non solo: le singole federazioni nazionali omaggiano gli atleti con altre tipologie di premi, come auto costose o prodotti di lusso. L'obiettivo, raggiunto da parte di Coe, è stato solo quello di formalizzare tutto: "Daremo quei soldi prelevandoli da quanto la World Athletics riceve dal CIO" ha oltretutto spiegato, ricordando che sarà semplicemente una gestione differente di parte della quota (pari a circa 2 milioni di euro) che World Athletics riceve ogni quattro anni attraverso il CIO.
"I soldi andranno in questo modo a coloro che mettono davvero in gioco la propria pelle, rischiando in prima persona: atleti ed atlete" ha spiegato il presidente della World Athletics che ha sottolineano come troppo spesso, proprio i veri protagonisti dello sport non siamo adeguatamente ricompensati. "Questa è l'unica cosa che conta, il resto sono solo prese di posizioni formali e di comodo. Sarà l'occasione concreta per far sì che gli atleti continuino a praticare questo sport e restare nella nostra federazione".
Le critiche a Sebastian Coe e ai premi in denaro alle Olimpiadi
Ma perché allora tante critiche verso i premi in denaro proposti da Coe? Dietro al disappunto generale si celerebbe ben altro, ossia il fastidio della scelta unilaterale di Coe, che ha deciso senza aver prima interpellato altre federazioni. Da qui, l'attacco, come da parte dell'Associazione delle Federazioni Internazionali Olimpiche Estive (ASOIF) è scesa in piazza apostrofando Coe deciso a minare i valori dell'"Olimpismo pronto ad andare contro il principio di solidarietà. Non si può e non si deve mettere un prezzo su una medaglia d'oro olimpica".
Ad alzare la voce è stata anche la Federazione Internazionale di Tennis che ha affermato di non avere intenzione di seguire l'esempio e di pagare premi in denaro e che qualsiasi cambiamento dovrebbe solamente essere effettuato in consultazione con l'ASOIF e il Comitato Olimpico Internazionale. Di uguale pensiero il presidente UCI (Unione Ciclistica Internazionale) David Lappartient, che ha espresso il proprio disappunto: "Se concentriamo i soldi sugli atleti di punta, molte opportunità scompariranno per gli atleti di tutto il mondo. Crediamo davvero che questo non rappresenti per nulla lo spirito olimpico. E soprattutto la proposta è stata presa senza essere stata prima discussa"