Pizzo, che forza: battuto il tumore, è oro mondiale nella scherma
Ho fatto qualcosa di cui mi renderò conto, prima o poi. Non ora. È un'emozione grandissima che auguro a chiunque faccia sport. Ho lavorato tantissimo per questo sogno, ho fatto mille sacrifici. Adesso voglio godermi ogni istante. Io resto un operaio, con un proprio stile, da non imitare. Faccio schifo, agli esteti non piaccio, ma la luce si accende. Cerco di migliorare ancora. Mi ispiro a Federer che è un fenomeno, ha tanti anni più di me eppure resta un ragazzino.
Sono queste le prime parole di Paolo Pizzo dopo il trionfo ai Mondiali di scherma di Lipsia: per il 34enne è il secondo titolo iridato della sua carriera. L'atleta catanese ha battuto l’estone Novosjolov 15-13 e si è preso, di nuovo, la corona mondiale. È stata una giornata davvero perfetta per Pizzo che ha battuto i due russi, Glazkov e Sukhov, per approdare agli ottavi di finale, dove ha avuto la meglio sull’olandese Wervijlen, come nella finale di Catania 2011. Ai quarti Pizzo riesce ad avere la meglio sul francese Lucenay (15-13) e in semifinale sul tedesco Schmidt (15-10). Per l’azzurro dell’Aeronautica si tratta di una vittoria importante anche a livello morale, visto che un anno e mezzo fa aveva perso il suo maestro storico, Oleg Pouzanov.
La storia di Paolo Pizzo è davvero emozionante perché questo ragazzo ha combattuto e vinto un tumore, dopo un intervento al cervello, e con il duro lavoro è riuscito a guadagnarsi un posto in azzurro. Il catanese inizia a tirare a 7 anni ed è fiorettista fino ai 13, quando viene operato per un tumore benigno al cervello: c’è il rischio che non possa più salire in pedana, ma l’operazione va a buon fine, Paolo si riprende e passa alla spada. Infortuni e operazioni non lo hanno mai fermato: Pizzo ha sempre avuto un obiettivo davanti e lo ha cercato senza mai rassegnarsi.
Vincere non è facile e ripetersi lo è ancora di più, ma ieri Paolo Pizzo è entrato nella leggenda di questo sport: il siciliano è riuscito a bissare il titolo casalingo del 2011 di Catania e a Lipsia si è preso, nuovamente, la corona di Campione del Mondo. La voglia di non arrendersi traspare dalle parole dell'atleta dell'Aeronautica che con grande costanza non ha mai smesso di sognare e le sue parole dopo la vittoria sono emblematiche:
Per quasi quindici anni, ho nascosto questa cosa a tutti. Da un lato, parlarne mi fa da psicanalisi, dall’altro è un’esperienza comunque dolorosa, per me e per chi mi sta vicino. Ma se parlarne può aiutare qualcuno, lo faccio con piacere», ci aveva raccontato.
Non bisogna arrendersi davanti alle difficoltà: è quella la molla che mi fa alzare ogni mattina e andare in palestra. Dopo ogni caduta, dopo ogni operazione – alla mano, al crociato -, la voglia di tornare il prima possibile in pedana è sempre stata la scintilla. Così come, dopo la malattia, è stata sempre la scherma che mi ha aiutato. Memore di quell’esperienza, mi faccio forte tutti i giorni.