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Pistorius braccato dai giustizieri ora che è libero: vogliono ucciderlo per la morte di Reeva

Oscar Pistorius dovrà guardarsi le spalle per tutta la vita, adesso che è un uomo libero: bande di giustizieri vogliono fargli pagare l’assassinio della fidanzata Reeva Steenkamp ammazzandolo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Oscar Pistorius da oggi è un uomo libero dopo essere stato fatto uscire dalla prigione di Atteridgeville, alla periferia della capitale sudafricana Pretoria, dove era detenuto da quasi 9 anni per essere stato giudicato colpevole dell'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa a colpi di pistola a San Valentino, nella notte tra il 13 e il 14 febbraio del 2013. Il campione paralimpico, oggi 37enne, era stato condannato a 13 anni e 5 mesi e dopo averne scontati due terzi ha ottenuto il rilascio sulla parola, ovvero la libertà condizionale: Pistorius ha dunque la possibilità di terminare la sua pena all'esterno del carcere, in regime di libertà vigilata.

Ma non sarà rose e fiori la nuova vita dell'uomo che sconvolse il mondo dell'atletica con le sue protesi rivoluzionarie e che poi distrusse la sua immagine – oltre alla vita della povera Reeva, allora 29enne – sparandole quattro volte attraverso la porta del bagno della camera da letto, nella sua casa superprotetta a Pretoria. Là fuori ci sono persone, più di una, che vogliono fargliela pagare con quella stessa vita che ha tolto a quella giovane innocente. Arrestato la mattina dopo, Pistorius ha sempre negato di aver sparato volontariamente alla sua compagna in un impeto di rabbia, sostenendo invece di aver creduto che ci fosse un ladro in casa. Una versione che ha sempre mantenuto durante tutta la vicenda legale, durata i successivi quattro anni.

Oscar Pistorius durante il primo processo nel 2014
Oscar Pistorius durante il primo processo nel 2014

Al termine del suo primo processo, un evento che nel 2014 fermò il Paese e fu trasmesso in diretta televisiva, ‘Blade runner' – come era soprannominato il sudafricano per le sue protesi in carbonio – fu condannato a cinque anni di carcere per omicidio colposo. Ma l'accusa fece ricorso contro una sentenza ritenuta "scandalosamente indulgente" e ottenne la riclassificazione in appello a omicidio volontario, con conseguente condanna a 13 anni e 5 mesi di reclusione. La legge sudafricana prevede che una persona condannata per omicidio abbia diritto ad una riduzione della pena una volta scontata la metà della pena.

Alla fine dello scorso novembre dunque l'amministrazione penitenziaria ha annunciato il rilascio anticipato del primo atleta biamputato della storia a schierarsi al via tra i normodotati alle Olimpiadi (Londra 2012, 400 metri). In quel momento è caduto anche l'ultimo ostacolo, visto che la famiglia Steenkamp non si è opposta formalmente alla sua libertà condizionale. Ma June Steenkamp, ​​la madre della vittima, disse di non credere ancora alla "versione dei fatti di Oscar", convinta che quest'ultimo "non si sia riabilitato" durante la detenzione. E anche oggi, dopo il suo rilascio, la donna ha esternato i propri pensieri in un comunicato duro e accorato: "Non potrà mai esserci giustizia se la persona amata non tornerà mai più, e nessun tempo scontato riporterà indietro Reeva. Siamo noi quelli che scontano l'ergastolo. Il mio unico desiderio è che mi sia permesso di vivere i miei ultimi anni in pace, concentrandomi sulla Fondazione Reeva Rebecca Steenkamp, per continuare l'eredità di Reeva".

Reeva Steenkamp è stata uccisa nella notte di San Valentino del 2013: aveva 29 anni
Reeva Steenkamp è stata uccisa nella notte di San Valentino del 2013: aveva 29 anni

Nell'ambito della sua libertà vigilata fino alla fine della pena nel 2029, Pistorius dovrà sottoporsi a una terapia sulla gestione della rabbia e sulla violenza contro le donne. Non gli sarà consentito consumare alcolici. Dovrà anche svolgere servizi per la comunità, risultando presente in una determinata abitazione in un sobborgo di Pretoria in determinati orari della giornata. Abitazione che sarà la lussuosa villa a tre piani dello zio Arnold Pistorius, dove ha già vissuto durante il processo. Non sarà vera libertà, dietro le alte mura della sorvegliatissima proprietà del fratello di suo padre Henke, in una delle città più colpite dalla criminalità nel mondo.

Nell'esclusivo sobborgo della capitale Waterkloof, dove vive zio Arnold, le recinzioni elettriche proteggono ogni proprietà – ognuna delle quali vale milioni – e gli uomini della sicurezza stazionano fuori dai cancelli. Ma in questo caso le misure saranno ulteriormente rafforzate, vista la voglia di vendetta di giustizieri locali nei confronti dell'ex idolo caduto in disgrazia. "Non potrà mai andare da nessuna parte per il resto della sua vita senza guardarsi le spalle", ha detto una fonte al Daily Mail, tanta è la repulsione per le sue azioni nella sua terra natale. La polizia di Johannesburg ha ricevuto informazioni che suggeriscono che le bande della città sono in cerca di giustizia sommaria per l'omicidio di Reeva.

Pistorius ha in particolare dei nemici giurati, due dei quali si sono presentati in tribunale al suo processo. Uno di questi era l'ex calciatore Marc Batchelor, che successivamente è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, e un altro era Mikey Schultz, un killer reo confesso finito a sua volta in carcere. Ma là fuori ce ne sono altri pronti a colpire. Del resto – già mentre era libero su cauzione prima della sua condanna, sempre a casa dello zio Arnold – Pistorius era preoccupato di essere ucciso dal proiettile di un assassino e veniva tenuto lontano dalle finestre per evitare il pericolo.

Il sorriso dolce di Reeva, quello stesso sorriso di cui Oscar si era perdutamente innamorato, probabilmente popolerà i suoi sonni agitati per tutta la vita, ma qualcuno potrebbe decidere che non è un tormento sufficiente: Pistorius sarà sempre un uomo in fuga. O meglio lo sarà quel che resta di lui, visto che è stato descritto come panciuto e ingrigito, fumatore accanito. Lo chiamavano leggenda, oggi è un assassino che dovrà camminare nell'ombra per sempre.

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