Piscina verde, Cagnotto: “Che schifo, ci siamo tuffate in un lago”
Le piscine del Maria Lenk, l'impianto dove si svolgono le gare di tuffi e si disputano gli incontri di pallanuoto, è a due facce: da una parte quella migliore con le porte immerse in un'acqua limpidissima, dall'altra i trampolini, affacciati su uno specchio verde che poco ha a che fare con l'importanza della manifestazione. Tutta colpa dei filtri rotti, assicurano gli organizzatori, ma intanto la brutta figura agli occhi del mondo rimane.
Tutta colpa dei filtri rotti
"Che schifo". E' stato questo il leitmotiv di tutti gli atleti che si sono recati nell'impianto. Il pensiero ha accomunato tutti i tuffatori che si stavano allenando nell'impianto, costretti a provare i loro esercizi nell'acqua non proprio limpida della piscina o a limitarsi a qualche esercizio a bordo vasca; un contrattempo non di poco conto per chi si gioca il lavoro di quattro anni intensi in pochi secondi. Molti gli sportivi che hanno espresso il loro pensiero sui social network: Tom Daley, tuffatore britannico, bronzo nel sincro, ha postatoo la foto con le due piscine l'una accanto all'altra, quella del nuoto con l'acqua azzurra, quella dei tuffi con l'acqua verde con il commento: "Ehm, cosa è successo?".
Tuffi in un lago… "che schifo"
Ancora più esplicita Tania Cagnotto. L'azzurra, che è riuscita ad infrangere la maledizione olimpica grazie alla medaglia d'argento conquistata con Francesca Dallapè, ha espresso il proprio pensiero sempre attraverso il noto social network. "Vabbè. Abbiamo provato anche l'ebbrezza di tuffarci in un lago" il suo commento sarcastico, l'azzurra sembra averla presa con ironia. La piscina di Rio 2016, per un motivo o per l'altra, sarà indimenticabile per l'alto atesina.