Pilato riceve le scuse di Di Francisca dopo le Olimpiadi: la reazione è tutta in una domanda
Elisa Di Francisca torna a parlare del caso relativo alle parole su Benedetta Pilato che avevano sollevato un polverone durante le Olimpiadi. L'ex campionessa della scherma italiana si era mostrata stranita per la reazione della giovane nuotatrice dimostratasi soddisfatta del quarto posto ottenuto e non particolarmente delusa. La vincitrice di due ori olimpici, che già si era scusata con la giovane tarantina, ha offerto nuovi dettagli sulla telefonata tra le due.
Ai microfoni del Corriere della Sera, Di Francisca ha spiegato: "Le ho telefonato la mattina dopo, ci siamo parlate. Non volevo pensasse che ce l’avevo con lei, una diciannovenne. Era un discorso più ampio". Come ha reagito Pilato alla chiamata della ex campionessa? Queste le sue parole, a sottolineare come Pilato le abbia fatto solo una domanda: "Se sono riuscita a spiegarmi? Lo spero. Ciao, sono Elisa. E lei: perché hai detto quello che hai detto? È il mio modo di vivere la vita, figlio del mio modo di essere, ho cercato di chiarire. Ma tu non sei mica mia madre, ha detto. Se lo fossi ti direi le stesse identiche cose, ho risposto. Ma se ho urtato la tua sensibilità, ti chiedo scusa".
Tornando sul suo intervento "a gamba tesa" con la provocazione sul "ci è o ci fa", Di Francisca ha spiegato: "Quello che ho detto di Benedetta Pilato, come l’ho detto: il messaggio è stato strumentalizzato. Ho parlato di pancia, per quella che è la mia storia. Poi ho i miei pregi e difetti. Riconosco di poter esprimere i concetti in modo diverso, ma non sono una giornalista: ero in diretta come ex atleta, ambassador del Coni a Parigi 2024. Benedetta, a caldo, ha definito il quarto posto il giorno più bello della sua vita. Mi hanno chiesto un commento: mi è venuto da dire quello che ho detto perché ci credo profondamente"..
L'icona della scherma italiana ha chiarito dove nasce il suo modo di ragionare, ovvero sul dispiacere per i risultati negativi. Qualcuno però ha esagerato: "Potevo evitarlo. Ma non per questo sono una bulla, una violenta, una stro… Sono una persona che delle sofferenze ha fatto tesoro: ho vinto l’Olimpiade a 29 anni, dopo aver perso tanto. E tutti i momenti brutti e negativi li ho interiorizzati, per trasformarli in forza. È questo l’insegnamento che darò ai miei figli, senza amarli di meno, naturalmente".