Perché nell’hockey i giocatori possono picchiarsi davanti agli arbitri ed è tutto regolare
Due giocatori si fissano a distanza ravvicinata, lasciano cadere sul ghiaccio caschi e guanti, si mettono in guardia e iniziano a picchiarsi sotto gli occhi degli arbitri. È successo anche nella sfida recente tra le franchigie di New York e Philadelphia ma non c'è da stupirsi. Nell'hockey su ghiaccio una situazione del genere è abbastanza usuale, non è motivo di biasimo da parte del pubblico ed è tollerata entro certi limiti dagli stessi arbitri.
Non che i protagonisti della rissa – che a volte coinvolge anche più d'una persona – restino impuniti, tant'è che vanno incontro a penalità a tempo da scontare in panca lasciando la squadra in inferiorità numerica e non a un'espulsione immediata. Ma è sicuramente uno dei pochi sport professionistici che permette il combattimento nel corso di un match.
Ecco perché gli ufficiali di gara lasciano che tutto accada senza intromettersi, almeno fino a quando uno (o più) dei contendenti non lascia perdere, cada oppure si protragga tanto a lungo da rendere necessario l'intervento degli arbitri per sedare gli animi. Per i giocatori affrontarsi a muso duro ha un duplice significato: è una sorta di giustizia da praticare sul campo, nel caso uno degli avversari si comporti in maniera scorretta o pratichi un gioco pericoloso; una specie di diversivo per spezzare il ritmo dell'incontro.
La zuffa, però, non è (solo) puro istinto, né frutto del sangue caldo e dell'adrenalina. È qualcosa di codificato dal regolamento della NHL che all'articolo 46 piazza alcuni paletti anche a queste forme di opportunità di sfogo così plateale e violento. Darsele di santa ragione è sì consentito ma deve essere frutto di un accordo reciproco tra le parti oppure di un gesto eloquente – come lanciare i guantoni sul ghiaccio – che lascia intendere cosa accadrà.
Ma se un giocatore aggredisce un avversario senza che l'altro abbia accettato la ‘singolar tenzone' allora gli verrà inflitto una penalità per istigazione di 2 minuti (o anche maggiore) a seconda della gravità della situazione. In questo caso per cattiva condotta può anche restare fermo per 10 minuti.
La figura dell'istigatore è specificamente indicata dal punto 11 dello stesso articolo 46. Viene identificato come tale chi "con le sue azioni o il suo comportamento dimostra uno/alcuni dei seguenti criteri: distanza percorsa; togliersi prima i guanti; primo pugno sferrato; atteggiamento o postura minacciosa; istigazione o minaccia verbale; condotta in ritorsione a un incidente di gioco (o stagione) precedente; ovvia punizione per un precedente incidente nel gioco o nella stagione".
Altra situazione normata: se due giocatori si stanno azzuffando, resta una ‘faccenda tra di loro'. Chi dei compagni si lascia trascinare e interviene rischia di essere sanzionato per cattiva condotta. È la cosiddetta regola del terzo uomo prevista al 16 dell'articolo 46: "Una penalità di partita per cattiva condotta, a discrezione dell'Arbitro, sarà inflitta a qualsiasi giocatore che sia il primo a intervenire (terzo uomo) in un alterco già in corso, tranne quando viene inflitta una penalità di partita nell'alterco originale. Questa sanzione si aggiunge a tutte le altre sanzioni previste per lo stesso incidente. Questa regola si applica anche ai giocatori successivi che scelgono di intervenire nello stesso o in altri alterchi durante la stessa interruzione del gioco".
Tra gli aspetti della zuffa prescritti c'è anche la questione dell'equipaggiamento tecnico, nello specifico del casco. A differenza di quanto accadeva in passato, quando i giocatori prima di prendersi a botte toglievano guanti e caschi, adesso non è più consentito sfilare la protezione dal capo prima che il combattimento inizi. Chi lo fa incorre in una penalità ulteriore per atteggiamento antisportivo. La norma al riguardo è molto chiara: "Nessun giocatore può togliersi il casco prima di iniziare un combattimento. Se dovesse farlo, gli sarà inflitta una penalità minore di due minuti per comportamento antisportivo. I caschi che si staccano nel corso e in seguito all'alterco non comporteranno una penalità per nessuno dei giocatori".