Perchè Kendricks aveva tutto il braccio insanguinato mentre saltava per l’oro alle Olimpiadi
Sam Kendricks è il saltatore che nell'asta si è dovuto accontentare della medaglia d'argento alle Olimpiadi di Parigi perché quando hai avanti a te una forza della natura come Armand Duplantis puoi solo augurarti che commetta un errore e la sfortuna gli volti le spalle. L'americano ha dato tutto per competere con lo svedese, perfino il sangue pur di arrivare fino in fondo alla disciplina. Sì, il sangue perché non sono passate inosservate le macchie rosse, gli sbuffi evidenti che aveva sulla parte destra del corpo, dalla spalla e lungo tutto il braccio. Erano impressionanti.
Cosa gli era successo? Nel tentativo di superare la misura di 6.00 metri, durante l'esecuzione delle prove, s'è ferito a una mano (quella sinistra) con uno degli attrezzi. Quando se n'è accorto, non s'è lasciato intimorire né prendere dallo spavento. Ha fatto finta di nulla In palio c'era la possibilità di conquistare l'oro e conquistare un risultato storico, dinanzi a un'opportunità del genere non c'è graffio che tenga.
Kendricks ha fatto l'unica cosa che poteva in quel momento: s'è passato il palmo dell'arto sul corpo così da averlo pulito e non rischiare la presa. E ha continuato a saltare provando ad arrampicarsi in cielo ma s'è dovuto fermare a 5.95, -30 cm rispetto al record mondiale di 6.25 stabilito da quel "mostro" di Duplantis.
"Ho delle punte molto affilate – ha spiegato Kendricks -. Mentre mi impegnavo davvero per il primo salto a sei metri (19 piedi, 6 1/4 pollici), mi sono ferito in tre punti e la mano non smetteva di sanguinare. E invece di pulirla sulla mia uniforme, l'ho fatto strofinandola sul braccio. Non volevo sporcare Old Glory, la bandiera americana".
Kendricks era spinto anche da altre motivazioni personali al di là di quelle sportive. Bisogna tornare indietro di qualche anno, all'edizione dei Giochi di Tokyo 2021 per capire quali fossero e quanto fossero importanti per lui. Risultò positivo al Covid e, suo malgrado, non potè gareggiare nonostante fosse convinto che si trattasse solo di un caso di falso positivo.
"Non ero contagiato, stavo bene e potevo competere. Ma qualcuno ha voluto che le cose andassero in quel modo. Non dimentico come mi sono sentito allora ma nemmeno voglio pensarci guardando al passato perché non mi piace recitare la parte della vittima. Parigi è stata meravigliosa".
Sulla pedana dello Stade de France Kendricks s'è arreso soltanto al terzo tentativo rovato a quota 6.00 metri. Una prova che gli ha permesso di migliorare il bronzo ottenuto otto anni fa in Brasile e di tenere a bada il greco Emmanouil Karalis che non è andato oltre la misura di 5.90 metri.