“Pensavo di morire”: Pinot mostra le ferite dopo la feroce aggressione, rilasciato il compagno
Naso gonfio, tumefatto. Labbra livide. Un occhio pesto, il sinistro, che a stento riesce a tenere aperto. Graffi ed ematomi sul viso. Escoriazioni e contusioni sulla fronte. Margaux Pinot è irriconoscibile, la sua immagine è spaventosa soprattutto se confrontata a quella di poco tempo fa. La judoka francese sembra un'altra persona, nello sguardo puoi ancora leggerle il terrore e la rabbia per la violenza subita. Chi è che l'ha ridotta in queste condizioni? A picchiarla è stato il compagno e allenatore, Alain Schmitt, che di recente aveva ricevuto l'incarico di tecnico della squadra femminile israeliana.
Una vicenda scioccante, un caso di violenza domestica iniziato con una lite e poi trasformatosi in un incubo per la donna aggredita dall'uomo che a casa era rientrato ubriaco fino a perdere il controllo. "Lo aspettavo – ha spiegato Pinot nel racconto fatto al giornale Le Parisien -, eravamo rimasti d'accorso che sarebbe passato. Mi ha detto che non avrebbe più avuto bisogno di me e ha cominciato a offendermi".
Furente, l'ha presa per i capelli, l'ha colpita sulla testa, sbattuta per terra e ha continuato a infierire su di lei. E quando le ha messo le mani sul collo ha visto la morte con gli occhi. La descrizione che fa dell'episodio in un post condiviso su Instagram è da brividi. "Nella notte tra sabato a domenica – si legge -, sono stato vittima di un'aggressione a casa mia da parte del mio compagno e allenatore. Sono stata insultato, presa a pugni, più volte colpita alla testa a terra. E infine ha tentato di strangolarmi. Pensavo che sarei morta, sono riuscita a scappare per rifugiarmi dai miei vicini che hanno subito chiamato la polizia, aggiunge. Ho diverse ferite tra cui un naso rotto e 10 giorni di prognosi".
L'angoscia di quei momenti si accompagna a un altro sentimento che fa più male: il senso di rabbia e ingiustizia provocato dalla decisione della Corte giudiziaria di Bobigny. Schmitt è stato rilasciato dopo aver trascorso circa 48 ore in cella. Nel corso dell'udienza ha dichiarato di non aver "mai picchiato una donna" e, alla fine, le due versioni contrastanti hanno spinto i giudici a liberare l'uomo perché non c'erano prove sufficienti di colpevolezza.
Per Margaux Pinot quella decisione è stata tremenda, come ricevere un altro cazzotto sul viso dopo la raffica di schiaffi e pugni presi dal compagno. "Quanto vale la loro difesa diffamatoria rispetto alle mie ferite e al sangue sparso sul pavimento del mio appartamento? Cosa avrei dovuto subire ancora, forse sarei dovuta morire? Probabilmente sono riuscita a salvarmi grazie al judo – ha aggiunto la campionessa francese -. E penso a tutte coloro che non possono dire lo stesso".