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Pazzesco nel lancio del peso, fa due volte il record mondiale e per due volte lo cancellano

L’assurda vicenda è accaduta a Ryan Crouser, oro olimpico a Rio e a Tokyo, che si è visto annullare per due volte altrettanti primati del mondo nel lancio del peso. Per due incredibili pasticci organizzativi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ryan Crouser è un pesista americano tra i più forti di sempre, campione del mondo in carica nonché doppio oro a Rio de Janeiro nel 2016 e a Tokyo nel 2020 alle Olimpiadi. Un autentico fenomeno della disciplina che però sta combattendo una sua personalissima battaglia contro la sfortuna: è infatti l'unico al mondo a essersi visto annullare consecutivamente due record per dei banalissimi pasticci compiuti dagli organizzatori dei meeting, sotto l'egida della World Athletics, la Federazione internazionale di Atletica.

Incredibile, ma vero. Purtroppo per il 31enne di Portland che oramai ha un conto aperto non solo con l'avverso destino, ma anche con la stessa World Atheltics che presiede e verifica che i meeting e le competizioni di atletica sia indoor che outdoor avvengano nel pieno rispetto delle regole sportive e tecniche ben precise. Che nel lancio del peso fondamentalmente sono semplici: il peso specifico dell'oggetto, la misurazione della distanza raggiunta, la conformazione della pedana di lancio. Bene, per Crouser gli ultimi due elementi sono diventati due incubi.

La storia che sta accompagnando il lanciatore americano è ai limiti dell'incredibile perché Crouser racconta di una sfortuna quasi assoluta. Nel 2022, salì all'onore delle cronache per un lancio da record del mondo quando ai Millrose Games, uno storico incontro annuale di atletica leggera indoor che si tiene ogni febbraio a New York City, era riuscito nell'incredibile impresa di lanciare il peso ad una distanza siderale: 23.37. Ma in quell'occasione la World Athletics che ha anche il compito di ratificare i risultati sportivi di atletica leggera cancellò l'evento.

Il motivo? Incredibile: venne confermata una errata calibratura del dispositivo di misurazione per cui si rese impossibile ratificare con millimetrica precisione la distanza di 23.37. A Crouser restò la gloria, effimera, di esserci arrivato anche se non potè mai gloriarsi di quel primato in modo ufficiale. A distanza di poco più di un anno, la storia si è però ripetuta: il campione americano si è presentato lo scorso febbraio sulla pedana dei Simplot Games a Pocatello, in Idaho, e ha scagliato la sfera del peso di quasi 8 chili fino a una distanza di 23.38 metri. Stabilendo un nuovo primato mondiale, anch'esso adesso scomparso dai radar.

Un incubo ad occhi aperti per Crouser che della disciplina è oramai un'autentica icona internazionale, avendo anche ideato una nuova tecnica di lancio, il "Cruiser Slide": il problema riscontrato dopo la sua ultima impresa, riguarda la pedana che gli organizzatori dei Simplot Games hanno posizionato sopra a dei tappetini di gomma per evitare che si spostasse. Un errore capitale perché questo accorgimento, apparentemente banale, ha inficiato il record di Crouser, perché di fatto la pedana si trovava in discesa. Il regolamento prevede infatti che la zona di lancio non sia in pendenza se non in un rapporto massimo dello 0.1% mentre quella da cui ha eseguito la prova Crouser andava oltre per un paio di millimetri.

Così a distanza di qualche settimana dal 23.38 mondiale, la misura è improvvisamente scomparsa dai siti della World Athletics che aveva messo sotto investigazione la prova e la struttura utilizzata che, preventivamente, aveva autorizzato. Una beffa atroce per Crouser che aveva festeggiato quel record pescando su un fiume ghiacciato, immortalandosi sui propri profili social, e che ha visto svanire per un cortocircuito da dilettanti in uno sport in cui un millimetro può vuol dire tutto e che nel Terzo Millennio vive ancora di misurazioni mal calibrate e pedane rialzate. Adesso per il 31enne campione statunitense ci sarà un nuovo appuntamento alle porte: il Drake Relays meeting. Nella speranza che il vecchio adagio non c'è due senza tre, per una volta non si avveri.

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