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Paralimpici, presentato il docufilm su Zanardi: “50xRio”

Grande attesa per l’evento, che sarà trasmesso da Sky Sport in esclusiva. Spazio anche ad uno Zanardi vicino a crollare: “Mia moglie doveva essere operata, Niccolò piangeva per una fortissima otite, mamma aveva l’influenza e non riusciva a curarla.. dissi a Dio, basta hai rotto: se è una prova, mollo”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un'intera giornata dedicata ad Alex Zanardi: su Sky Sport, infatti, sarà trasmesso per l'intera giornata dell'11 novembre, dalle sei del mattina alle due di notte, un palinsesto che sarà interamente dedicato allo straordinario campione Alex Zanardi, con immagini, interviste e testimonianze di tutti i suoi successi, dagli esordi fino a quelli recenti di Rio de Janeiro. E soprattutto, andrà in onda l'attesissimo docufilm intitolato "50xRio", che racconterà le sue fatiche in allenamento e la corsa verso l'oro olimpico conquistato quest'estate, nell'anno del suo cinquantesimo compleanno.

"La fatica restituisce sempre qualche cosa", racconta Zanardi nel docufilm, "il grande sforzo di un attimo non porta a nulla. Se lungo la strada la fatica non ti regala anche piacere, allora vuol dire che stai seguendo più la tua ambizione che la tua vera passione. Se invece andare avanti, sudare, faticare, affrontare una salita, è una cosa che fai semplicemente perché la salita è lì, non c’è bisogno di nessun'altra ragione. Ecco che allora vuol dire che sei spinto dalla passione".

C'è anche spazio, però, per un Zanardi che, dopo l'incidente, sembrava bersagliato dalla sfortuna. "Mia moglie doveva essere operata il giorno dopo, Niccolò piangeva per una fortissima otite, mamma aveva l’influenza e non riusciva a curarla", racconta ancora Iron Man, "ho guardato il cielo e gli ho detto: adesso hai veramente rotto, se era una prova io mollo". Fortunatamente, poi, tutto andò per il meglio. "All'inizio e in quel momento non pensavo al mio problema come un’opportunità, come è accaduto poi", ha raccontato Zanardi, "Ma ognuno ha un suo modo di percepire un problema, anche come insuperabile. Dio si occupi di loro. Io lo guardo e lo ringrazio di quello che è stato e sarà".

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