Paola Egonu ha dovuto convivere con il “problema” dell’altezza: ma ha incontrato le persone giuste
Paola Egonu a 24 anni ha già una bacheca straordinaria. Ha vinto due volte la Champions League con Novara, gli Europei nel 2021 ed ha giocato con l'Italia pure una finale dei Mondiali (persa nel 2018 con la Serbia). Egonu ha ottenuto questi risultati perché è la giocatrice più forte al mondo. Ha tanti punti di forza, le sue schiacciate sono formidabili, riesce a raggiungere vette incredibili, è salita fino a 344 centimetri. L'altezza la aiuta, è uno dei suoi punti di forza, ma non è stato sempre così. L'atleta azzurra, che sarà una delle conduttrici del Festival di Sanremo, nonostante qualità fisiche fuori dal comune ha dovuto faticare molto per arrivare al vertice della pallavolo mondiale.
Tra Egonu e la pallavolo non è stato subito amore a prima vista. Lei, classe 1998, ha iniziato a giocatore quando aveva 12 anni, spronata dal papà che non voleva vederla sempre il pomeriggio davanti alla TV: "Passavo i miei pomeriggi sul divano a guardare la televisione, ma dopo aver fatto i compiti velocemente. Non che la cosa mi dispiacesse, ci stavo bene in quella pigrizia. Ma mio padre Ambi mi propose di provare a trovare un hobby, qualcosa che riempisse i miei pomeriggi".
La pallavolista parlando di lei ragazzina si è definita pigra e secchiona. Secchiona perché tornata a casa da scuola in un baleno finiva i compiti. Era una delle prime della classe e da piccola sognava di diventare avvocato. Ma una volta chiusi libri e quaderni guardava i cartoni, compreso Mila & Shiro: "Ho cominciato a divertirmi e dopo nemmeno un anno sono stata convocata per partecipare a un regional day dove sarei stata seguita da allenatori di alto livello. Poi sono diventati tre giorni di stage a Milano e infine quattro anni di allenamento nel Club Italia, e nel 2014 con l'Italia ho vinto i Mondiali juniores".
Oggi quella di Paola è una storia di successo, ma quando era una ragazzina non aveva tutta questa voglia di vivere quest'avventura, ma poi pian piano ha capito che la pallavolo poteva rappresentare una parte importante della sua vita: "All'inizio mica ci volevo andare, ero titubante perché l'avventura era nuova. Ancora una volta sono stati i miei genitori a darmi una possibilità".
Le sue doti fisiche erano fuori dal comune. Ma lo sport insegna che per nessuno la vita semplice, nemmeno per chi è dotato di qualità fisiche fuori dal comune o da un talento smisurato. E l'altezza, che era già notevole, rischiava di essere quasi un boomerang per Egonu. Il suo primo presidente, Mencarelli, ricordando gli inizi una volta ha detto: "Naturalmente la coordinazione non era delle migliori, vista anche l’altezza".
La giovanissima atleta nel suo percorso ha avuto la fortuna di incrociare dei tecnici che l'hanno aiutata e le hanno permesso di arrivare dov'è adesso. Una crescita repentina sì, che ha seguito un percorso preciso, sempre Mencarelli ha raccontato: "Ha cominciato a giocare a 12 anni, è stata notata ed è venuto a provare in palestra da noi. Subito è stata presa in considerazione come atleta nazionale ed è stata costretta a trasferirsi a Milano, dove ha vissuto in foresteria, alla mattina andava a scuola e al pomeriggio agli allenamenti".
Mencarelli ricorda bene per filo e per segno il percorso di Egonu, che sin da ragazzina ha lavorato soprattutto sul lato tecnico: "Non avevamo necessità di metterle pressioni quindi l’abbiamo lasciata crescere con calma, lavorando appunto sulla tecnica. Dopo un anno e mezzo l’abbiamo portato a delle selezioni che organizza la federazioni e lì si sono accorti immediatamente che era un talento eccezionale sul quale si poteva lavorare. Al Regional Day del Veneto dove vengono portati i migliori talenti della regione è stata subito presa in considerazione come atleta di interesse nazionale. Noi come società quando abbiamo accompagnato i vari passaggi di Paola insieme a Mencarelli ci siamo resi conto che stava divenendo un diamante".
I suoi allenatori l'hanno accompagnata verso la scalata, che è stata rapidissima se si pensa che nel 2018, a nemmeno vent'anni, ha disputato il suo primo Mondiale, e in Giappone mostrò tutto il suo talento. L'Italia grazie a le sue schiacciate arrivò in finale, persa 3-2 con la fortissima Serbia della Boskovic, la sua grande rivale.
Ora è al vertice ed è una pallavolista formidabile che ha diversi punti di forza. La sua schiacciata è letale ed è frutto di un movimento preciso, unico, così come quello che usa per il suo servizio. Un mix unico di potenza ed eleganza.
Ha lavorato tanto su sé stessa. Le sue doti fisiche sono fuori dal comune. E oggi Egonu nel mondo del volley si celebra non solo per i titoli con club e nazionale, ma perché è stata capace di raggiungere i 344 centimetri di altezza in schiacciata, circa 135 di elevazione, e esattamente 330 centimetri a muro. Numeri clamorosi. Nessuna pallavolista né di ieri né di oggi è riuscita mai a raggiungere quel tipo di altezza in schiatta e a muro.
Per capire la portata della sua grandezza si prenda a modello Dmitrij Muserskiy, giocatore russo campione olimpico ed europeo, il pallavolista più alto di sempre (alto 216 centimetri) che è arrivato fino a 350 centimetri in schiacciata, o lo ‘Zar' Ivan Zaytsev, che si è issato fino a 355 centimetri in schiacciata a 348 a muro.