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Pantani, nuova perizia: il corpo fu spostato

La nuova perizia chiesta dall’avvocato De Rensis aumenta i dubbi sulla morte di Pantani. Il corpo, dicono gli esperti, è stato spostato molte ore dopo la morte. E qualcuno ha messo sulla scena la pallina di pane e cocaina. Ma il procuratore vuole chiedere l’archiviazione.
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Sono passati 11 anni dalla morte, 175 giorni dalla riapertura dell'inchiesta, ma la domanda resta sempre la stessa: Pantani è stato ucciso? Verso questa conclusione sembra andare la nuova perizia disposta dalla famiglia sul video e sulle foto scattate dalla Scientifica sul cadavere di Pantani. Un documento firmato dal laboratorio di Brescia “4en6” di Cesare Marini e Fulvio Guatta, lo stesso che ha analizzato i video dell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio, consulente tecnico di numerose procure in più di 900 casi. La consulenza propone una ricostruzione molto distante dall'unica verità giudiziaria finora stabilita: il corpo sarebbe stato spostato e la scena alterata prima dell'arrivo dei medici del 118. La nuova analisi parte dal singolare video della scientifica, che comincia alle 22,45 del 14 febbraio e si conclude all’1,01 del 15 febbraio con un girato di soli 51 minuti in cui si vedono anche persone senza camice e senza guanti all'interno della stanza. E si concentra su due aspetti.

Il corpo – Innanzitutto, il corpo di Pantani che secondo le perizie medico-legali sarebbe morto fra le 10.30 e le 12.30 del 14 febbraio 2004 ma viene ritrovato solo alle 21.30 da Pietro Buccellato, lo studente trapanese che lavorava in reception per arrotondare. È questo l'orario indicato sia da Giuseppe Fortuni, che ha eseguito l'autopsia e ricalca le teorie formulate a caldo, ovvero una morte per overdose. Orario confermato dal professor Francesco Maria Avato, che ha svolto la nuova perizia allegata al dossier presentato dall'avvocato Antonio De Rensis per la riapertura dell'inchiesta. Avato, più precisamente, fissa il decesso tra le 10.45 e le 11.45, a ridosso delle ultime telefonate di aiuto che Marco fa dalla camera, ma esclude l'assunzione volontaria della droga. Avato analizza anche la consistenza dei polmoni e conclude che il cadavere è stato spostato. “Il corpo era poggiato sul fianco sinistro” sottolineava, “con la parte destra più alta. Rimanendo così per molte ore, a causa dell’emorragia il sangue sarebbe defluito maggiormente nel polmone sinistro”. Invece è il destro a pesare di più, circa 200 grammi. Una conclusione cui arrivano anche i tecnici del laboratorio bresciano. "La perizia di Avato esamina l’essiccamento del sangue in base alla temperatura esterna e all’ora di ritrovamento – spiegano i tecnici al quotidiano Il Tempo – per questo secondo noi il cadavere è stato spostato poco prima delle 17", dunque non dagli operatori del 118. Guarda caso, il Rolex di Pantani era fermo alle 16:55.

Le macchie di sangue – Come arrivano a questa tesi? Attraverso le macchie di sangue: Pantani, vestito con jeans e boxer, viene ritrovato sul soppalco della stanza, in uno spazio di una cinquantina di centimetri. Ha il volto per metà imbrattato di sangue, un evidente taglio sul sopracciglio sinistro ma nessuna traccia ematica sulle mani, nonostante il corpo sia adagiato su una estesa chiazza di sangue. I fotogrammi impressi sul Vhs della scientifica immortalano anche un altro indizio ancora più interessante, una macchia sospetta sotto l'avambraccio destro del Pirata. I medici del 118 hanno dichiarato di aver leggermente mosso il corpo per verificare la possibilità di un massaggio cardiaco o di intervenire con un defibrillatore. Ma la macchia sul braccio, spiegano i tecnici, è "a stampo": vuol dire che il braccio è stato immerso nel sangue che si è rappreso e poi spostato solo successivamente. E per tutto il periodo in cui il braccio è rimasto a contatto col sangue non c'è stato trascinamento, altrimenti la macchia sull'avambraccio avrebbe presentato una forma diversa, non ci sono stati spasmi o altri movimenti: in pratica Pantani sarebbe caduto morto. “Abbiamo fatto ricerche approfondite – ha dichiarato Guatta a Repubblica – ed è vero che, in teoria, potrebbe essere stato lo stesso Pantani a tirarsi su e a ricadere, ma in questo caso avremmo trovato sangue sulle mani con cui avrebbe fatto perno”. Tuttavia, tiene a precisare Guatta, "sono stati forniti dei materiali terribili. Il video sembra addirittura una duplicazione su una videocassetta già utilizzata, per questo si vedono parecchi disturbi e non essendo digitale la visione è terribile. Le fotografie peggio ancora: non ci hanno dato gli originali ma delle stampe scansionate e ristampate da una stampante con inchiostro quindi ingrandendole si vedono le bande della testina e le puntine del colore oltre che i capelli di qualcuno".

La pallina di coca – L'altro grande mistero intorno a cui ruota questo caso è la pallina di mollica di pane e cocaina trovata accanto al corpo al momento dell’arrivo della polizia sulla scena del crimine. Pallina che però Walter Morolli e Vito Morelli, infermiere e autista del 118 che per primi arrivano nella camera D5 del residence Le Rose, hanno dichiarato di non aver notato, durante l’intervento. È proprio quel presunto bolo alimentare che ha spinto Fortuni a ipotizzare la morte per overdose dopo l’assunzione per via orale della droga. Inoltre, secondo la consulenza depositata da De Rensis il 97% della superficie della "pallina" risulta privo di macchie di sangue. In più, aggiungono Guatta e Marini, “La forma della macchia sotto il presunto bolo suggerisce che è stato premuto sul pavimento, escludendo così l’espulsione dalla bocca. E come è possibile, poi, che il rigurgito sia caduto sopra il sangue, e non sia stato invece sommerso dallo stesso?”.

Richiesta di archiviazione? – Pantani dunque, potrebbe essere morto in un punto diverso da quello in cui è stato trovato. Chi c’era con lui prima, durante o dopo la morte? E che ruolo ha avuto? Come sono arrivati, per esempio, nella stanza i suoi giubbotti da sci che aveva con sé a Milano prima di partire per Rimini ma non quando è arrivato all'hotel Le Rose? E chi ha portato i due contenitori di un fast food asiatico ritrovati appoggiati sopra un cestino, che Fortuni è l'unico a notare? Manca ancora un ultimo tassello per completare il quadro. La procura infatti aspetta i risultati degli esami tossicologici del professor Tagliaro, incaricato della terza perizia medico-legale dal procuratore Paolo Giovagnoli. Per Tagliaro, che ha svolto l'esame sui reperti conservati dopo i test tossicologici di dieci anni fa, gli unici ancora conservati, Pantani non è stato aggredito, e dunque le lesioni sarebbero auto-prodotte. Ma non è morto perché è caduto, ma a causa della droga. E saranno i nuovi esami tossicologici, per cui a dicembre aveva chiesto altri due mesi di tempo, a ricostruire come Pantani può aver assunto la coca, se si è trattato di un atto volontario o forzato da terzi. Eppure, si legge ancora su Repubblica, il procuratore Giovagnoli sarebbe orientato a presentare al gip richiesta di archiviazione perché le consulenze, le perizie di parte, gli elementi presentati da De Rensis non avrebbero fatto emergere “nulla di nuovo che lasci pensare a un omicidio”.

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