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Ossola manca la finale alle Paralimpiadi poi corre dalla compagna e le fa la proposta più dolce: “Sei pazzo!”

Dietro il gesto dell’atleta italiano ci sono un sentimento fortissimo e una storia tragica. Nel 2015, a causa di un incidente, gli venne amputata la gamba sinistra e perse la prima moglie. Il nuovo amore lo ha fatto rinascere: “Spero che tutti possano trovare una compagna per la vita come Arianna”.
A cura di Maurizio De Santis
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L'amore vince sempre. Quello che Alessandro Ossola prova per la compagna, Arianna, va ben oltre la delusione per aver mancato la finale nei 100 metri T63 alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Il quinto posto e il tempo di 12″46 non gli sono bastati ma è un dettaglio statistico che passa in secondo piano rispetto al sentimento che arde dentro. È incommensurabile e lo spinge al gesto più semplice, tenero e romantico: al termine della gara arriva nei pressi della porzione di stadio dove si trova la donna, ha con sé un cofanetto e glielo mostra poi s'inginocchia e le fa la proposta di matrimonio che spacca il cuore per l'emozione e per la gioia. Lei lo guarda, versa lacrime per la commozione: nel suo sguardo può già leggere "sì", lei lo sussurra poco dopo mentre lo abbraccia e lo bacia con gli occhi ancora lucidi per quel bellissimo momento, come nelle favole.

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L'amore per Arianna ha cancellato anche il dolore per una tragica vicenda personale

"Mi ha risposto: sei pazzo! sei pazzo! E mi ha baciato – ha ammesso l'atleta italiano alla BBC, subito dopo la prova". Aveva pensato a tutto già a un mese, prima dei Giochi. Ossola sentiva che quello era l'attimo fuggente da cogliere al volo, che lì e ora, senza più attendere oltre, doveva lasciarsi andare e compiere il grande passo. L'ultima falcata, quella che gli ha cambiato la vita, ha spazzato via anche l'amarezza per aver fallito la qualificazione. Sensazione durata pochissimo e colmata dalla "vita che è strana… tre minuti dopo ero davvero felice".

Dietro quel piccolo/grande rituale c'era e c'è molto altro. Chiedere la mano della dolce metà e invitarla a fare un pezzo di strada insieme ha un significato ancora più profondo per Ossola. Nel 2015 il 36enne velocista italiano restò vittima di un grave incidente in moto: i medici furono costretti a amputargli la maggior parte della gamba sinistra ma il dolore più straziante fu un altro, la morte della prima moglie. "Lo sport per me è stato molto importante – ha aggiunto – mi ha offerto la forza di reagire e andare avanti nonostante tutto, fino a lasciarmi alle spalle un periodo della mia vita molto buio".

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La dedica speciale alla compagna che ha scelto "per la vita"

Ha perso molto, tutto, ma è riuscito a ritrovarsi. A non smarrire se stesso, né essere sopraffatto dalla tragicità egli eventi. È anche per questa ragione che dà la giusta dimensione al risultato sportivo poco soddisfacente. "Qualcuno potrebbe dire che non ho vissuto una giornata fantastica al punto di vista sportivo. Invece, no. Io dico che è stata straordinaria lo stesso perché a 36 anni ero in pista e sfidavo i più forti al mondo. E questa cosa mi rende molto orgoglioso".

Ce l'avrebbe mai fatta a solo? Forse sì. Non ha dubbi sul fatto che il sostegno ricevuto dalla futura moglie sia stato determinante e lo abbia accompagnato durante il percorso nelle competizioni d'élite. "Ha sempre creduto in me più di quanto non lo facessi io stesso… e questa è una cosa davvero incredibile. Mi ripeteva spesso: ce la puoi fare, ce la puoi fare. È qualcosa di cui tutti hanno bisogno – ha concluso Ossola -. E spero che tutti possano trovare una compagna per la vita come lei".

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