Olimpiadi, cacciate otto atlete per il biscotto nel badminton
L’ombra del biscotto sui Giochi Olimpici. Proprio ora che in Italia stavamo provando a dimenticare l’ennesimo scandalo-scommesse che ha colpito il calcio nostrano, ecco che arriva proprio dai Giochi Olimpici, che dovrebbero essere l’ultimo baluardo dello sport pulito, un’ombra nera che rischia di compromettere il tutto. E se gli italiani non si sono ancora indignati, è perché è avvenuto in uno sport che qui da noi non è molto seguito, e che quindi è passato inosservato: il badminton.
Ma non per la Federazione Internazionale, che ha espulso tutte e otto le atlete coinvolte nel "biscotto" del badminton. La notizia è stata data dalla BBC. L'espulsione dai Giochi è stata motivata per "aver violato lo spirito olimpico e di non aver fatto del loro meglio per vincere, tenendo una condotta contraria ai principi dello sport". Secondo Sebastian Coe, il presidente del comitato organizzatore dei Giochi, "si e' trattato di un comportamento inaccettabile e deprimente". Le quattro coppie (due sudcoreane, una cinese, una indonesiana) sono state riconosciute colpevoli di aver perso di proposito alcuni incontri per evitare, rispettivamente, un “derby” cinese ed uno sudcoreano nel turno successivo, permettendo così alle due compagini di incontrarsi solo in una eventuale finale.
Biscotto palese. Durante alcune gare il pubblico ha rumoreggiato contro quella che sembrava una vera e propria farsa, tanto che perfino l’arbitro ad un certo punto ha dovuto tirar fuori il cartellino nero della squalifica verso le indonesiane. Nell’occhio del ciclone ci sono anche due campionesse olimpiche come Wang Xiaoli e Yu Yang.
La furia di Petya Nedelcheva: l’atleta bulgara non ha usato mezzi termini per scagliarsi contro questo “sospetto” biscotto. "La Cina controlla tutto, lo hanno fatto un mucchio di volte l'anno scorso. Non giocano contro assieme che una volta ogni 20 partite. Fanno quello che gli pare". Ma ora per le atlete coinvolte si sono subito aperte le porte della Federbadminton internazionale, che ha voluto vederci chiaro. Yu Yang, una delle atlete coinvolte, ha già lasciato intendere che quanto fatto per loro è normale. "Eravamo già qualificate, perché avremmo dovuto sprecare energie?", ha detto al termine del match “incriminato”. La difesa delle sudcoreana passava proprio per questo atteggiamento. “Se le cinesi avessero giocato regolarmente”, ha spiegato Sung Han-kook, allenatore della coppia Jung Kyung-Eun e Kim Ha-Na, “questo non sarebbe accaduto. Per questo abbiamo cominciato a farlo anche noi. Non volevamo giocare contro la Corea, a nessuno piace giocare contro una squadra forte". Alla faccia, è proprio il caso di dirlo, di De Coubertin.