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Nuove regole per palestre e piscine, l’ANIF: “Regole rispettate, non c’è motivo di chiudere”

Giampaolo Duregon, il presidente dell’Associazione Nazionale Impianti sportivi e Fitness, esclude la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi dopo le nuove disposizioni emanate dal Dipartimento per lo Sport. A Fanpage.it: “I controlli effettuati hanno dimostrato che siamo in regola e nel rispetto delle norme. Non ci sarà una chiusura totale: anche l’incidenza di chi frequenta palestre e centri rispetto ai malati di Covid è bassissima, sull’1×1000”.
A cura di Alessio Pediglieri
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"La sensazione diffusa è che non si andrà verso un ulteriore inasprimento delle misure restrittive: la risposta che il settore ha dato al Governo dopo gli ultimi controlli è stata più che positiva. Le norme vengono rispettate, l'incidenza di chi frequenta le strutture e i malati di Covid è bassissima, pari all'1 per mille. Non c'è motivo di chiudere tutto, al momento". A sostenerlo – e augurarselo  – è Giampaolo Duregon, presidente dell'ANIF (Associazione Nazionale Impianti sportivi e Fitness) raggiunto da Fanpage.it – che ha partecipato attivamente alla stesura delle normative in base ai protocolli diffusi dal Dipartimento per lo Sport. Per palestre, piscine e impianti sportivi sono arrivate nuove normative da rispettare con il protocollo con le "Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere".

Andiamo subito al punto: ci sarà la tanto temuta chiusura del settore dopo i 7 giorni di deroga?
"Ad oggi no, i controlli effettuati fin qui hanno dato esito più che positivo e i dati sono confortanti, la chiusura del comparto non ci sarà. Abbiamo presentato i nostri punti al Ministro per stilare le ultime normative, sono stati tutti accolti e si è verificato il rispetto generale delle regole. Il nostro è dopotutto un settore con una altissima percentuale di utenti con una spiccata educazione della propria salute, differenziandosi dal cittadino comune. Poi, tutto dipenderà dai dati: oggi si stanno registrando casi attorno ai 19/20 mila contagi se tutto peggiorerà è possibile che il Presidente Conte possa anche decidere per una chiusura improvvisa".

L'ANIF è stata coinvolta dal Governo per prendere le giuste decisioni sul settore?
"Sì, e a metà settimana abbiamo presentato al Governo le nostre riflessioni oltre agli elementi richiesti e su quei dati è stato formulato un nuovo protocollo da seguire, con contemporanei controlli delle Asl e dei Nas sul campo per verificare la situazione di fatto: le rilevazioni sono state positive. Siamo sempre soggetti alle curve epidemiologiche e ai dati. Se domani dovesse peggiorare la situazione nazionale, allora tutto cambierebbe ma ad oggi posso dire che il riscontro è positivo, abbiamo superato i controlli. Anche perché i nostri utenti sono persone abituate ad uno stile sano di vita, da sempre, nel rispetto della salute fisica e alimentare".

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Le nuove disposizioni hanno messo in difficoltà le realtà del comparto?
"Assolutamente no. Anche con l'ultimo Dpcm non c'è stato un grande cambiamento attorno alle direttive che erano già presenti da maggio e che dovevano essere rispettate. Ciò significa che il primo Decreto era già stato preparato molto bene, evidenziando le misure di contenimento, le percentuali di presenza in rapporto alla grandezza delle strutture, con un ulteriore approfondimento sulla raccolta dati da parte dei centri".

Al di là dei grandi centri, a temere lo stop sono soprattutto le piccole realtà.
"Non si devono preoccupare se non hanno ricevuto in questi giorni i controlli previsti. Le piccole realtà seguono le norme più e meglio delle altre: i controlli sono stati effettuati nei grandi Centri. E se sono risultati in regola loro, significa che è scontato che i piccoli stiano già lavorando bene. Comunque provvederemo a monitorare anche questo aspetto, nella speranza che riescano a farsi rappresentare in modo da far sentire la loro voce. L'ANIF è a disposizione".

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