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Nuoto, Federica Pellegrini e la pessima finale di Rio: “Avevo il ciclo”

La campionessa italiana, fresca del nuovo titolo mondiale conquistato sui 200 a dicembre, ha spiegato il motivo del fallimento nella finale di Rio de Janeiro, per il quale stava pensando al ritiro: “Ho avuto problemi fisiologici, li ho calcolati male. Non è una scusa, è un fatto. E non accetto che mi si appioppino problemi di tenuta mentale”
A cura di Alessio Pediglieri
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Federica Pellegrini si racconta e lo fa senza veli. Perché la delusione di Rio è stata immensa e il fallimento nella finale olimpica è bruciato come sale sulle ferite aperte. Così, a distanza di tempo, la più forte nuotatrice italiana si è confessata al Corriere ripercorrendo quei momenti che l'avevano portata vicinissima al ritiro. Pensiero oggi lontano, tanto da pensare a scendere di nuovo in vasca e tornare a vincere per riscattare le ultime olimpiadi.

La voglia di ritirarsi – Una missione che Federica Pellegrini sta compiendo nel migliore dei modi, vincendo. Non è un caso se a dicembre ha messo in bacheca l'ultimo oro nei 200 che le mancava, quello mondiale in vasca corta con tanto di record personale per dimostrare a se stessa e al mondo che è ancora tra le migliori: "Ho pensato al ritiro dopo quella delusione ma alla fine ho optato per andare avanti. Non avrei mai accettato di smettere con quell'ultimo ricordo del nuoto".

Come Montreal 2005 – Una finale olimpica fallita per un motivo tanto semplice quanto banale, fisiologico: il ciclo mestruale. Lo stesso problema che la costrinse nel 2005 a Montreal ad accontentarsi di un semplice argento: "La causa del fallimento? Ci ho ragionato su moltissimo e alla fine ho capito: è stata la vicinanza al ciclo. L'ho calcolato malissimo, e mi sono trovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente. In quei momenti mi sentivo come su un'altalena, con cali e stanchezze repentine. In finale ero un'altra persona rispetto al giorno prima".

A testa alta – Una motivazione, non una scusa, visto che Federica Pellegrini è abituata a vivere la propria vita come in vasca, affrontando la sfida e spesso vincendola: "Questo è semplicemente il motivo principale ma non mi attacco a scuse: è un aspetto che ho sottovalutato e l'ho pagato. Non ammetto però più che possa venirmi affibbiato il solito problema mentale. Sono una donna, una professionista, so i miei limiti e li so affrontare".

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