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Olimpiadi Parigi 2024

Noah Lyles covava vendetta da un anno: “Io e te ci vediamo a Parigi”. Ha restituito la provocazione

Lo sprinter Usa a Parigi s’è preso tutto: oro nei 100 metri, appellativo di uomo più veloce al mondo e la rivincita sul giamaicano che un paio di mesi fa fece un gesto in pista che Lyles non ha dimenticato.
A cura di Maurizio De Santis
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Noah Lyles ha consumato la sua vendetta e s'è preso tutto: la medaglia d'oro nei 100 metri, l'appellativo di uomo più veloce al mondo e lo scalpo (metaforico) di Oblique Seville, con il quale aveva un conto aperto da giugno scorso, quando in un post sui social gli dette appuntamento a Parigi. La capitale francese e la pista dello Stade de France sarebbero stati teatro del duello: l'ha vinto alle Olimpiadi facendo sua la gara regina dell'atletica con il tempo di 9″79, grazie a un margine di centesimi su Kishane Thompson che aveva sì ottenuto lo stesso cronometro ma con un ritardo impercettibile a occhio nudo. Quel gap gli ha lasciato amarezza e medaglia d'argento. Quanto al rivale giamaicano, è giunto ottavo e questa volta l'americano non ha avuto alcun bisogno di voltare il capo per guardarlo sfilare. Questa volta, aveva solo gli occhi fissi dinanzi a sé mentre l'avversario giungeva sulla linea d'arrivo in 9″91, dietro anche a Marcell Jacobs (9″85).

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"Oh sì, me lo ricorderò! Ci vediamo a Parigi", scrisse Lyles pubblicando una foto in cui Seville sbirciava la posizione dello statunitense a poche falcate dal traguardo. Accadeva un paio di mesi fa, dopo che al Racer Grand Prix di Kingston il velocista caraibico stampò il miglior tempo stagionale sui 100 metri (9″82) beffando proprio il campione del mondo in carica (9″85).

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Lo sprinter Usa legò al dito quel ricordo, gli ha solo dato motivazioni maggiori per dare tutto ai Giochi. In semifinale s'era tolto lo sfizio di voltarsi verso il giamaicano che era a un paio di corsie di distanza da lui: Seville ruotò leggermente il capo per vedere dove fosse, incrociò lo sguardo dell'avversario che aveva gli occhi già puntati su di lui. In finale lo ha bruciato sullo scatto e in progressione, volando verso il trionfo iridato sancito dal fotofinish considerati i distacchi minimi.

A rivederla la gara dei 100 metri per l'oro riconcilia con lo sport. In pochi secondi si concentrano tutti gli sforzi e le emozioni di anni di sacrifici e allenamenti. E la rimonta di Lyles su Thmpson, leader per buona parte della corsa, è qualcosa di epico a livello competitivo. Un esito che trova il giusto risalto anche nel potente messaggio che la medaglia d'oro americana ha pubblicato sui social: "Soffro di asma, allergie, dislessia, deficit di attenzione, ansia e depressione. Ma ti dico che ciò che hai non definisce ciò che puoi diventare. Perché non tu!".

Per Lyles non è ancora finita, il programma olimpico gli offre la possibilità di mettere al collo altre medaglie preziose: punterà a vincere anche l'oro nei 200 metri maschili e nella staffetta 4×100 metri maschile. Per adesso si gode un successo che è stato strepitoso, carico di adrenalina e di apprensione almeno fino a quando i tempi ufficiali non ne hanno sancito la vittoria: "Pensavo che Thompson ce l'avesse fatta alla fine. Sono andato da lui mentre aspettavamo e gli ho detto: penso che ce l'hai fatta, bravo… poi è saltato fuori il mio nome e ho pensato: oh mio Dio, è fantastico".

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