Morto Iván Pajuelo campione di maratona, l’ultimo struggente post: “Alcune ferite lasciano cicatrici”
Iván Pajuelo è stato trovato morto nella sua casa di Don Benito, comune dell'Estremadura, dopo che da due giorni nessuno riusciva più a comunicare con lui. Il decesso è avvenuto nel weekend e la conferma del decesso del campione spagnolo di maratona, appena 31enne, è stata data nella tarda serata di lunedì 20 gennaio. Pajuelo era stato anche campione nazionale nel 2020, alla vigilia di Natale aveva pubblicato un suo ultimo post in cui sottolineava alcune difficoltà difficili da affrontare: "Ci sono ferite che lasciano cicatrici… il destino è scritto".
La notizia dell'improvvisa morte di Iván Pajuelo che ha sconvolto l'atletica internazionale e quella spagnola nello specifico è stata data attraverso i social network da Alberto Amezcua, un altro membro della squadra della nazionale iberica d'atletica e compagno di marcia che ha espresso la sua tristezza con il seguente messaggio: "Sono stati condivisi molti aneddoti, allenamenti e gare… Ti ricorderemo sempre. Riposa, amico nella pace eterna".
Iván Pajuelo deteneva il titolo di campione spagnolo dei 50 chilometri conquistato nel 2020 e aveva anche accumulato numerose presenze in nazionale con la selezione spagnola con cui ha potuto qualificarsi per i Mondiali di Londra del 2017, dopo che era diventato professionista nel 1993. "La sua dedizione e il suo impegno hanno portato il nome di Don Benito ai vertici dello sport nazionale e internazionale. Il suo sogno è sempre stato quello di rappresentare la Spagna ai Giochi Olimpici, obiettivo per il quale ha lavorato instancabilmente", ha scritto il sindaco della cittadina.
Le cause della morte non sono state ancora accertate ma ultimamente Iván Pajuelo si era isolato e non comunicava più con nessuno. Anche via social era calato il silenzio e, di fronte alla tragedia odierna risuona nel silenzio il suo struggente ultimo post pubblicato sul proprio profilo Instagram alla vigilia di Natale: "Ci sono ferite che lasciano cicatrici, per quanto marci, tutto resta ancora nel mio subconscio. Il cuore negozia instancabilmente a 190 battiti per cercare di vincere e raggiungere la destinazione. Molte strade, persone, km, lungo il marciapiede. Continuo a percorrere la mia libertà per poter raggiungere l'abbraccio e piangere di felicità"