Morsi, sputi e razzismo nel derby di pallamano Wisla-Kielce: “Ti ammazzo”. “Taci, cinese di m…”
La partita della prima divisione di pallamano in Polonia tra il Wisla Plock e il Kielce, si è conclusa nel peggiore dei modi regalando un pessimo spettacolo durante e dopo la gara. Il "clasico" del massimo campionato ha vinto trionfare i padroni di casa 29-25 ma il risultato è passato in secondo piano: l'arbitro ha comminato oltre 20 minuti di sospensione a vari giocatori, ne ha espulsi due tra cui lo spagnolo Jorge Maqueda che ha morso sulla spalla un avversario. Poi, subito dopo il fischio finale, la rissa in campo con i due tecnici che si sono affrontati in un feroce e prolungato faccia a faccia tra sputi e insulti razzisti.
Jorge Maqueda come Suarez con Chiellini: il morso durante il match
In un clima torrido, consumatosi all'interno del palazzetto della Orlen Arena a Płock, la ‘tana' del Wisla, davanti a oltre 5.300 tifosi esagitati, tra Wisla e Kielce si è giocata una partita che con la pallamano ha avuto poco a che fare, costellata da continui falli e scorrettezze. Alla fine, sul referto arbitrale sono stati contati oltre 21 minuti di sospensione in totale oltre a due espulsioni e un cartellino blu (sanzione aggiuntiva al cartellino rosso che segnala ulteriore infrazione e richiesta di squalifica aggiuntiva) comminato allo spagnolo del Wisla, Jorge Maqueda. Al minuto 20, il giocatore della squadra ospite prima segna e poi si dirige verso Terzic, mordendolo sulla spalla. Una scena che ha richiamato un'altra divenuta poi epica nel mondo del calcio tra Suarez e Chiellini con l'uruguaiano che addentò l'azzurro. Alla fine Maqueda è stato espulso e gli è stato assegnato il cartellino blu, che significherà una squalifica pesantissima.
Sputi e insulti razzisti tra i due allenatori a fine partita
Se lo spettacolo tra i giocatori non è stato di certo esaltante, peggiore è stata la scena che si è consumata al fischio finale, quando i due allenatori sono venuti quasi alle mani, in un feroce faccia a faccia. Immagini andate in diretta tv e che hanno visto Xavi Sabaté, del Wisla, e Talant Dujshebaev, del Kielce insultarsi reciprocamente. Poi, solo l'intervento dei rispettivi staff ha evitato il peggio ma la polemica è andata oltre anche nelle dichiarazioni del dopo gara: "Tutto ha un limite. È impossibile che l'allenatore rivale mi sputi addosso" ha sostenuto Sabaté.
Le accuse di Dujshebaev: razzismo da parte del tecnico e dei tifosi avversari
Immediata la replica del Kielce con un comunicato ufficiale. La società polacca ha sostenuto che Sabaté in precedenza aveva insultato Dujshebaev con frasi razziste, definendolo un "fott*to cinese": "Prima della pausa, una parte dei tifosi del Wisla inizia a cantare mer*a nera a Dylan Nahi" ha raccontato Dujshebaev. "Alla fine della partita mi sono avvicinato agli arbitri per parlare di quello che è successo, poi Sabaté non mi ha lasciato parlare con loro e con il delegato. Allora gli ho detto cosa volesse. Ha cominciato a insultarmi e a chiamarmi cinese di mer*a. Gli ho sputato?" ha continuato il tecnico del Kielce, "dovrebbe darmi una prova, ma è un povero bastardo per i commenti che mi ha fatto"
La risposta del Wisla e di Sabatè: tutto inventato
Ovvia la replica da parte del club rivale che ha smentito tutta la linea sostenuta dal Kielce e il suo allenatore: lo sputo c'è stato e anche parole pesanti e insulti diretti. "Figlio di putt*na, ti ammazzo, mi ha detto. Poi, mi ha preso per il collo e mi ha sputato in faccia. Non posso accettarlo, non mi è mai successo nulla del genere, lo porterò in tribunale. Insulti razzisti? Né li ho fatti né li ho sentiti…" ha sottolineato poco prima che il club emettesse un forte comunicato contro il Kielce: "Tutte calunnie dopo 5 sconfitte consecutive contro di noi"