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Mondiali di nuoto, pallanuoto femminile: Italia-Kazakistan 9-7

Vittoria poco convincente, il Setterosa è apparso troppo nervoso: e tra due giorni, c’è l’Ungheria.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Buon esordio per il Setterosa, che nella gara inaugurale del torneo femminile di pallanuoto ai Mondiali di Barcellona batte X-X il Kazakistan e raggiunge così l'Ungheria, che nel pomeriggio aveva travolto il Brasile con un netto 20-6 (parziali: 6–2, 3–0, 3–0, 8–4). Ma il risultato non deve ingannare: le Azzurre sono andate sotto nel 1° e nel 3° tempo, e solo uno strepitoso 2° parziale ha consentito loro di arrivare a fine gara con la serenità necessaria per ottenere la vittoria. La nuova formula di qualificazione agli ottavi, del resto, permette anche eventuali "sbandate": le 16 squadre arrivate al Mondiale sono state divise in 4 gironi da 4, ma l'accesso agli ottavi vale per tutte, nessuna esclusa. I gironi serviranno solo a stabilire la posizione nel tabellone finale: le prime e le seconde di ogni girone sfideranno, rispettivamente, le quarte e le terze del girone opposto (schema A-B, C-D). Ecco dunque che la scarsa concentrazione in vasca permette alle kazake di ottenere un parziale di 1-3 che sa di clamoroso. Fabio Conti, c.t. del Setterosa, si fa sentire dopo il primo quarto, e la strigliata fa effetto: il 5-0 con cui si chiude il secondo parziale, portando il risultato sul 6-3 generale sembra il preludio alla goleada. Anche il terzo quarto sembra essere affare italiano, ma ecco che le kazake rientrano prepotentemente in corsa strappando un 2-3 che, oltre a riaprire il match (che va sull'8-6 pere il Setterosa), mette nervosismo alle ragazze di Conti. Nell'ultimo quarto è la paura a farla da padrone, e difatti si chiude sul punteggio di 1-1 che permette sì alle ragazze di vincere il match per 9-7, ma che suona come un campanello d'allarme in vista del prossimo match: il 23 luglio, c'è Ungheria-Italia. "Oggi contava solo vincere" – spiega Conti a fine gara – "L'avversario più forte siamo noi stessi, oggi c'era tanta gioventù e bisognava rompere il ghiaccio".

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