Missione compiuta, colonnello Hoang: regala il primo oro al Vietnam
Un oro per la storia, la prima volta del Vietnam alle Olimpiadi. E che sia un colonnello, Xuan Vinh Hoang, a portare a casa la medaglia più presgiata, nella gara della pistola da 10 metri, sembra quasi un segno del destino. Tanti gli elementi che riportano al passato, la mente corre veloce a immagini che sarebbe meglio dimenticare, ma a Rio 2016 non c'è niente di tutto questo, solo la gioia della prima, storica volta vietnamita.
Oro in territorio nemico
Una storia che sembra uscita direttamente da un film: niente guerra, però, ma una di quelle pellicole a lieto fine, dove il buono alla fine riesce ad essere felice. Hoang è nato in povertà, ha perso la madre quando aveva tre anni, è stato cresciuto dal padre, anche lui militare, viene da un'altra epoca. E' abituato ad incursioni in territorio nemico, la prima l'aveva portata a termine due anni nella base militare americana di Fort Bening. Il forte della Georgia di campioni ne ha visti: vincono gare, ma portano anche le stellette e a volte le loro gare si chiamano Iraq, Libia, ex Jugoslavia. Hoang li battè tutti, in territorio ostile, ed anche allora ad Hanoi fecero festa.
Missione compiuta
A Rio de Janeiro si è ripetuto: stavolta nessun americano, ma un brasiliano a contendergli l'oro. Ancora una volta faccia a faccia con il nemico che può contare sull'affetto del pubblico. I tifosi verdeoro sono tutti per Felipe Wu, 24 enne e studente di ingegneria, urlano e incitano il proprio beniamino. All'ultima serie di colpi non si sente volare una mosca, appena il brasiliano effettua l'ultimo sparo l'urlo della folla fa tremare il poligono di Deodoro, l'oro sembra nella mani di Felipe Wu. Ma il colonnello Hoang ha ancora un ultimo tiro a disposizione, un colpo ancora per fermare il nemico così vicino. Niente può distrarre il vietnamita, neanche il chiasso assordante della torcida verdeoro: Hoang mira, si prende tutto il tempo che serve, poi il colpo. One shoot, one kill, sportivamente parlando; un 10.7 che non significa perfezione, ma vale l'oro olimpico. Ancora una volta la missione è compiuta.