McEwen non divide l’oro come Tamberi con Barshim e perde: “C’era una sola cosa rispettosa da fare”
Stesso copione, ma finale molto diverso. L'ultimo atto del salto in alto alle Olimpiadi di Parigi ha visto il neozelandese Hamish Kerr avere la meglio di Shelby McEwen, dopo che i due hanno scelto di non condividere l'oro come fatto dai loro predecessori nel 2021 Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim. Per lui l'unica cosa rispettosa da fare era avere un campione.
Nessun oro condiviso nel salto in alto alle Olimpiadi di Parigi
Un momento diventato memorabile quello tra l'italiano e il qatariota, entrato nella storia dei Giochi, con la bellissima esultanza in comune. Hanno deciso di non ripercorrere le loro orme, i finalisti di questa edizione: sia McEwen che Kerr non sono riusciti a superare i 2.38 metri, dopo aver brillantemente passato i 2.36. Parità totale dopo aver tra l'altro fallito lo stesso numero di salti. A quel punto l'inevitabile bivio: o la divisione dell'oro olimpico, o lo spareggio.
Il neozelandese e l'americano hanno optato per la seconda soluzione, che si è rivelata vincente solo per il primo che ha vinto la medaglia d'oro relegando all'argento il secondo. Quest'ultimo sui social ha diviso dunque l'opinione pubblica e i tifosi: da una parte c'è stato chi ha esaltato il suo desiderio di essere un "campione assoluto", altri hanno definito il saltista "un pazzo" per aver rinunciato alla possibilità di conquistare un oro sicuro.
Perché Shelby McEwen ha deciso di accettare la mancata divisione dell'oro nel salto come Tamberi e Barshim
Ma cosa è successo e perché McEwen ha optato per l'andare fino in fondo, provando a non condividere l'oro come Tamberi e Barshim? Lo statunitense ha dimostrato di non avere rimpianti, e di aver accettato senza problemi la proposta dell'avversario. Alla fine però il "pareggio" gli sarebbe andato più che bene. Questa la sua ricostruzione secondo il Washington Post: "Camminammo e parlammo. Lui ha detto ‘Io voglio saltare' e io ho risposto ‘sono a favore'. L'ha detto prima e io ho acconsentito. Mi ero un po' stancato ad un certo punto e forse avrei condiviso l'oro".
McEwen comunque è stato impeccabile nel sottolineare di non avere alcun rimpianto per come è andata a finire: "Se fosse stato destino, lo sarebbe stato. Come ha detto lui, è uno sport. Voglio dire, io rappresento il mio Paese, proprio come lui rappresenta il suo. Rappresento la mia famiglia, proprio come lui rappresenta la sua. Alla fine vogliamo tutti essere campioni e l'unica cosa rispettosa da fare è avere un campione".
Una situazione che fa onore a McEwen anche perché la medaglia d'oro gli avrebbe fatto sicuramente comodo, con un premio di 25mila dollari: "Se penso al premio sfumato? Sicuramente, ho una famiglia da sfamare".