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Mattia Furlani è la nuova stella dell’atletica: “Il mio idolo è José Mourinho e vi spiego perché”

Mattia Furlani è la nuova stella dell’atletica italiana: a Fanpage.it si è raccontato a tutto tondo tra sogni, aspettative e pensieri per il futuro.
A cura di Vito Lamorte
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C'è una nuova stella in città, ma ne parla tutto il mondo. Mattia Furlani è il volto nuovo dell'atletica italiana ma di lui ne parlano già tutti. Questo classe 2005, nato sotto il segno dell’Acquario, ha superato il record del mondo Under 20 del salto in lungo centrando a Hengelo, in Olanda, un balzo di 8,24 e superando dopo 19 anni l'8,11 con cui il suo idolo Andrew Howe conquistò la medaglia d'oro ai Mondiali Under 20 di Grosseto del 2004.

Mattia non era ancora nato. Sembra la storia di un predestinato, visto che il padre Marcello Furlani, è un ex altista azzurro; e la mamma, Khaty Seck, è stata una velocista: sono stati entrambi atleti professionisti e seguono da vicino il suo percorso. La sorella Erika ha guadagnato il titolo di vicecampionessa mondiale allieve nel 2013 e il bronzo europeo Under 23 nel 2017. Una famiglia in cui si respira da sempre l'odore delle scarpette chiodate e della pista d'atletica.

Nonostante la giovane età, Furlani riesce a sfoderare una rincorsa veloce e uno stacco perfetto che non concede praticamente nulla sull'asse di battuta. Il suo nome è iniziato a circolare oltre gli ambienti dell'atletica in occasione degli Europei Under 18 di atletica leggera a Gerusalemme, quando ha vinto la medaglia d’oro nel salto in alto e nel lungo: il 17enne riuscì a compiere un’impresa storica, diventando il primo a laurearsi campione d’Europa in entrambe le specialità.

Agli ultimi European Games ha conquistato il secondo posto (7,97) alle spalle del campione olimpico della specialità, il greco Miltiadis Tentoglou (8,34).

A Fanpage.it Mattia Furlani ha parlato della sua esplosione, del modo in cui gestisce la pressione prima delle gare e della responsabilità che sente nei confronti dei suoi coetanei che lo vedono come modello.

È consapevole di essere considerato il nuovo fenomeno dell’atletica italiana?
"Ciò che semini raccogli, e adesso è arrivato quel momento. Immaginavo che certi risultati erano possibili e sono contento di averli conseguiti, ma abbiamo appena iniziato. Ormai l’ansia è migliore amica ma deve essere secondaria e non dominare nell’atleta. È innegabile il fatto che c’è sempre".

L’atletica per lei è una questione di famiglia: ha pesato avere due genitori che avevano praticato prima oppure no?
"Sì sì, non se ne va mai da casa. Si aggira sempre per casa. Mia madre mi allena e non ho mai cambiato. Ho altri riferimenti ma a livello di programmazione decide tutto mamma. Poi bisogna dire che sono molto appassionato di atletica a differenza di tanti altri che non gli piaceva per niente. Se ci vivi dentro 24 ore non ti stanchi mai".

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Che tipo di rapporto è il vostro.
"È un rapporto genitore-figlio. In campo è coach, fuori è mamma. Ma è innegabile il fatto che si comporta da madre protettiva nei momenti di difficoltà: è molto bello averla vicina".

Ha tolto ad Howe il record italiano Under 20 di salto il lungo a 8.24: cosa vuol dire superare una leggenda di questa disciplina?
"È un onore perché io sono cresciuto con Andrew. Per me è stato un riferimento impressionante e solo avvicinarmi a quello che ha fatto lui e avergli tolto un tassello così importante è davvero emozionante Davvero impressionante, non l’avrei mai immaginato”.

In che modo si prepara alle gare, ha delle scaramanzie o dei riti che ripete ogni volta?
"In realtà no. Sono molto pratico. Non mi piace avere scaramanzie o riti. Devo entrare in pedana e dare il mio massimo nel rispetto degli altri. C’è una frase che mi accompagna da sempre prima delle gare: ‘La spocchia di sapere di essere il più forte ma con l’umiltà di sapere di non esserlo’".

Ha avuto un punto di riferimento o atleti che l'hanno ispirata più di altri nel suo percorso formativo?
"Direi José Mourinho. Non è un calciatore ma è un allenatore fortissimo, un grande psicologo e sotto questo punto di vista è il più forte che ci sia in qualsiasi sport. Ho visto una serie su Netflix e mi ha colpito, lui a livello mentale è il top".

Segue anche altri sport?
"Principalmente l’atletica. Sono tifoso della Roma e seguo il basket, perché c’ho giocato cinque anni".

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Come occupa il tempo libero?
"Sono un grande amante dei videogame ed è un modo di stare con i miei amici. Anche quello è un mezzo per essere collegati. Non abbiamo qualcosa di specifico, giriamo e nel frattempo facciamo conversazione".

Che cosa c’è nel futuro di Mattia Furlani?
"A me piace avere aspettative e per me è importante che un atleta le abbia. Se sai che quella persona si aspetta tanto, a me dà ancora più energia per fare bene. I messaggi che mi arrivano sui social da parte di miei coetanei mi danno forza e mi aiutano a dare il massimo. Per me sono solo energie positive e provo sempre a farlo".

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