Marcello Cuttitta: “In pochi giorni per il Covid sono morti mio fratello e mia madre”
Un dolore fortissimo, devastante. Qualcosa che ti prende e ti scuote fin dentro l'anima. La vicenda capitata alla famiglia Cuttitta è straziante e racconta uno spaccato dell'Italia investita dal Covid e delle conseguenze durissime sulla vita delle persone. Massimo, giocatore della Nazionale di rugby, è morto domenica scorsa per le complicanze sorte in seguito al contagio: abituato a combattere in campo, nelle mischie furibonde, è stato forte abbastanza da resistere agli urti degli avversari con i quali si scontrava ma s'è arreso al virus silente che s'insinua dentro di te e può placcarti in un attimo.
Il fratello, Marcello, ha raccontato al Corriere della Sera il dramma vissuto in quest'ultimo periodo. "Ci sentivamo quattro volte al giorno, era contento perché nostra madre era riuscita a farsi il vaccino. Quello che è successo dopo non so spiegarlo… sia lui sia nostra mamma sono risultati positivi. Sono entrati in ospedale ad Albano Laziale ma non sono più usciti".
Dicono che il tempo medica le ferite ma da certi colpi è davvero dura riprendersi. Non c'è solo la scomparsa della persona cara da sopportare ma è tutto il vissuto, fino al giorno della morte, che è sfiancante. Le parole di Marcello Cuttitta testimoniano che nulla è più importante degli affetti più cari. Ti volti a guardare e non li trovi più. E dopo ci sono solo silenzi troppo duri da spiegare. "L’ultima volta che io e nostro fratello Michele abbiamo visto Massimo è stato attraverso lo schermo di un tablet dell’ospedale. Aveva deciso di non farsi intubare ma le sue condizioni stavano peggiorando. Ci ha detto di preoccuparci solo della mamma".
La famiglia prima di tutto. Massimo Cuttitta l'aveva messa in cima alla sua vita nonostante il richiamo della palla ovale e le offerte fossero una tentazione. "Aveva rinunciato a proposte di collaborazione con le migliori squadre del mondo – ha aggiunto il fratello, Marcello -. Dopo la morte di papà aveva deciso di stare vicino alla mamma. Ci ha dato tanto, mi diceva, adesso è giusto che le rendiamo qualcosa".