Marcell Jacobs è pronto per le Olimpiadi, il velocista dei 100 metri vuole vincere la finale
Abbiamo delle discrete possibilità di presentare uno se non addirittura due uomini nella finale dei 100 metri olimpici. Sembra una battuta e fino a pochi anni fa lo era di sicuro, ma oggi nessuno ride, mentre gli italiani sperano e quelli del resto del mondo osservano, alcuni con grande attenzione. Il primo a mettere la sua fiche su una possibile finale olimpica dei 100 metri piani è stato Filippo Tortu, prima perché è riuscito a scendere sotto i 10 secondi, ponendo il nuovo record italiano dopo Mennea e poi partecipando alla finale mondiale dei 100 a Doha nel 2019. Il secondo botto poi si è sentito ancora più forte e porta il nome di Marcell Jacobs.
Le origini texane e gli esordi
Lamont Marcell Jacobs nasce a El Paso, in Texas, da madre italiana e papa americano. Dopo pochi anni si sposta a Desenzano del Garda e inizia a praticare atletica all’età di 10 anni. Va dalla velocità al salto in lungo. Sembra essere proprio il lungo la specialità dove poter eccellere, è il migliore in tutte le categorie giovanili e nel 2016 rischia di andare a Rio de Janeiro, raggiungendo i 7,84m.
La nuova carriera da velocista
Il destino è in quel momento però che gira perché si fa male al bicipite femorale sinistro e per non sforzarlo troppo inizia a dedicarsi con maggiore attenzione alla velocità. Nel salto in lungo fa un ultimo grande show ai Campionati italiani promesse, quando mette il record italiano con un fantascientifico 8,48 m, che però non viene omologato per solo 0,8 m/s di vento in più a favore rispetto al consentito. Dall’inizio del 2018 però si vede sempre meno allenarsi e praticare il lungo, mentre è nella velocità che cerca i ritmi e le scelte giuste.
Marcell Jacobs recordman italiano nei 100 metri
Lo si capisce subito che è un nuovo Jacobs sui 100 quando il 1° maggio 2018 corre in 10″15, migliorando di 8 centesimi il suo personale. Ama la pista dove si corre il meeting di Savona. Il 23 maggio 2018 corre proprio a Savona prima in 10″04 ventoso e poi in finale in 10″08 che lo pone al quarto posto della classifica all-time in Italia. Intanto il suo avversario “casalingo” vola, perché solo un mese dopo, Filippo Tortu in occasione del Meeting de Atletismo Madrid, corre i 100 metri in 9″99, battendo il 10″01 di Pietro Mennea che resisteva dal 1979. È il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi nella storia.
Marcell guarda ammirato, felice che un suo amico abbia raggiunto questo obiettivo, ma anche conscio che può farcela anche lui. Nel 2019 si avvicina alla soglia fatidica dei 10 secondi, correndo a Padova in 10″03. Il 2020 per lui come per tutti noi è quasi completamente perso, mentre in questo 2021 già dalle prime gare è un Jacobs del tutto nuovo, molto muscoloso ma tirato al massimo, con un corpo perfetto per la velocità. E i risultati arrivano subito: il 6 marzo vince “per distacco” i 60 metri agli Europei indoor di Toruń con il tempo di 6″47, nuovo record italiano e miglior prestazione mondiale stagionale, poi il 3 maggio 2021 ancora una volta a Savona, vince la sua semifinale dei 100 metri in 9″95, frantumando il record italiano di Tortu.
Marcell Jacobs verso le Olimpiadi di Tokyo
È da quel momento che in lui, in tutti i tifosi italiani e per gli osservatori nasce la consapevolezza che quella finale olimpica può essere raggiunta. Bisogna solo provare a battersi con gli altri, soprattutto gli americani per capire a che livello si è quando si corre spalla a spalla. Sceglie due meeting di Diamond League per farlo. Prima a Stoccolma, dove deve affrontare Ronnie Baker, secondo al mondo quest’anno con 9’’85. Finisce a soli due centesimi dall’americano con un ottimo 10’’05.
La prima prova è andata molto bene, ma la seconda è ancora più probante.
La start list del meeting di Montecarlo è davvero da finale olimpica. C’è Tortu, Simbine, De Grasse, ma soprattutto i tre americani qualificati per i Giochi, Ronnie Baker, Trayvon Brommel (quest’anno sceso a 9’’77) e Fred Kerley. Baker vince con un bel 9’’91, secondo Simbine sempre in palla con 9’’98, ma terzo è proprio Jacobs che scende di nuovo sotto i 10 secondi, con 9’’99.
Verso la finale (e oltre)
Questo è lo slancio finale per Tokyo. Cosa può accadere in Giappone? Senza Bolt e con i giamaicani appannati, può accadere davvero di tutto. Marcell Jacobs ci arriva di sicuro con un gran peso sulle spalle, ma anche con la consapevolezza di poter stare in mezzo ai grandissimi. La finale del 1° agosto è un obiettivo, un grande obiettivo e potrebbe essere un grande traguardo. Ma perché fermarsi a quello e non guardare appena un po’ più in là?