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Olimpiadi Parigi 2024

Marcell Jacobs alle Olimpiadi ha dimostrato ancora la sua grandezza dopo l’imponderabile

Dopo tre anni molto difficili e di grandi cambiamenti, con un quinto posto a Parigi 2024 in 9”85 ha dimostrato di essere ancora uno dei top della velocità mondiale.
A cura di Jvan Sica
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Prima della finale olimpica di Tokyo, Marcell Jacobs non voleva scendere in pista. Vi sembrerà strano, ma è così e lo spiega nel suo libro “Flash”.
In qualifica vince con 9’’93, in semifinale arriva terzo ma accede in finale con 9’’84 e pensa che più in là non possa andare e si ferma. Sente dolori lungo le gambe, teme si sia infortunato, vuole finirla lì, qualificarsi per una finale olimpica sui 100 metri per un italiano è già un miracolo. Parla con la sua mental coach, Nicoletta Romanazzi. Paolo Camossi, il suo allenatore, gli dice che fisicamente è tutto ok e si libera dalle sue tensioni.

In finale c’è, corsia numero 3. Lo starter spara, il colpo si sente fortissimo nel vuoto dello stadio senza spettatori per colpa del Covid. Stop! Zarnell Hughes fa una falsa partenza. Tutti di nuovo sui blocchi, altro silenzio immenso, altro colpo che rimbomba. Questa volta va tutto bene e Jacobs parte forte, come non era mai accaduto. Scivola via senza strappi e vince: 9’’80. Un ragazzo italiano è l’uomo più veloce della Terra. A Parigi Marcell Jacobs aveva un’altra faccia, molto più consapevole del suo valore, non era il ragazzo venuto quasi dal nulla che cerca di salire sul podio della gara più iconica dei Giochi Olimpici, ma il campione in carica che in questi anni ha retto di fronte a problematiche molto varie, sia fisiche che psicologiche, per finire con quelle riguardanti tutto il suo mondo in quanto si è trasferito negli Stati Uniti, lasciando il suo vecchio allenatore e le sue vecchie certezze.

Marcell Jacobs ha cambiato tutto, non ha vinto di nuovo una medaglia olimpica, ma ha dimostrato di avere ragione anche con il suo quinto posto.
Un dato lo testimonia: nella finale di ieri, rispetto a quella del magico 1° agosto 2021, soltanto lui, Kerley e Simbine c’erano di nuovo e sono passati solo tre anni, non i classici quattro. In questi tre anni Jacobs è stato tante cose molto diverse. Dopo Tokyo la pausa, senza partecipare a nessun altro evento internazionale. La prima vera uscita post-olimpica è stata quella ai Mondiali indoor di Belgrado del 2022 con i 60 metri dominati da Jacobs con il nuovo record europeo di 6’’41, superando anche il più grande specialista della disciplina, Christian Coleman.

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Questa vittoria sembrava segnare la continua crescita di Jacobs a tutti i livelli, ma poi successe qualcosa di imponderabile. Va a Nairobi alla "Kip Keino Classic", ma dopo due giorni corre in ospedale per curare una fortissima infezione gastrointestinale. Questo lo destabilizza fisicamente, gli fa perdere giorni di lavoro e lo inizia a far infortunare. Alla prima uscita sui 100 infatti, a Savona, dove aveva iniziato a costruire il meraviglioso percorso verso Tokyo stabilendo con 9″95 il nuovo record italiano, vince la sua gara in 10’’04 ma si ferma subito per una distrazione muscolare.

Quell’estate ci sono Mondiali ed Europei. Ai primi va per onore di firma e di sponsor, partecipa alla batteria ma è evidentemente fuori forma. Non scende in pista per le semifinali e gli americani iniziano a istigarlo. I primi tre sono Fred Kerley, Marvin Bracy e Trayvon Bromel, lo strapotere USA sulla velocità vuole riaffermarsi dopo la parentesi giapponese e all’orizzonte si iniziano a vedere altri pericoli ancora più grandi. Agli Europei invece Jacobs arriva in una condizione discreta e li vince con un buon 9’’95. Sembra un risultato di poco peso, ma non vincevamo gli Europei sui 100 da Praga 1978 con Pietro Mennea. La lavatrice contemporanea centrifuga quasi ogni obiettivo, riproponendone subito un altro, ma vincere un europeo sulla distanza che tutti guardano non è da poco.

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Il 2022 finisce con questo risultato e il 2023 inizia zoppicando, in tutti i sensi. I problemi alle articolazioni e ai piedi continuano, una medaglia d’argento agli Europei indoor non può bastare all’inizio, oltretutto venendo battuto da un connazionale, Samuele Ceccarelli e si capisce che c’è qualcosa che non va. La stagione è completamente focalizzata sui Mondiali di Budapest ma non arriva mai la giusta condizione. In Ungheria la situazione peggiora, perché il campione olimpico si ferma in semifinale sui 100, riuscendo a correre solo in 10’’05, oltretutto personale stagionale, mentre si mostra definitivamente la stella Noah Lyles, che vince l’oro in 9’’83, insieme a quelle allo stesso modo splendenti del rappresentante del Botswana, Letsile Tebogo, e del giamaicano Oblique Seville. Sono tutti e tre giovani e molto forti, per pensare di replicare l’oro di Tokyo serve fare altro.

E pochi giorni dopo i campionati mondiali di Budapest, dove arriva comunque un bell’argento in staffetta, Jacobs fa una scelta drastica: lascia Paolo Camossi, suo allenatore dal 2014, e va proprio in America da Rana Reider. La nuova collaborazione porta direttamente a quest’anno dove tutto è pensato per Parigi. Poche settimane fa, agli Europei di Roma si è visto un Jacobs buono, capace di rivincere l’oro europeo dei 100 con un crono di 10’’02 (su un altro italiano che quest’anno si è affacciato a grandi livelli, Chituru Ali), ma soprattutto di tornare finalmente sotto i 10 secondi a Turku con un ottimo 9’’92.

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Passare da tre anni del genere a un 9’’85 che vuol dire quinto posto olimpico è un grande risultato, che di sicuro non resterà come un oro nei 100 metri piani, ma che dimostra la grandezza dell’atleta e la sua voglia di continuare a esserci. Nell’intervista a fine gara, Jacobs ha detto che lui continuerà anche in futuro, la notizia più bella per i tifosi e gli sportivi italiani. Da oggi si riparte (c’è anche la staffetta 4×100 campione olimpica in carica), per arrivare chissà dove.

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