L’ultramaratona progettata per non essere finita: “Buona fortuna, idioti”. Una donna fa la storia
La Barkley Marathons è un'ultramaratona che si tiene ogni anno nel Frozen Head State Park nel Tennessee, negli Stati Uniti. Il percorso, che varia di anno in anno, è costituito da cinque giri su sterrato per un totale di 160 km. Il regolamento della competizione prevede tuttavia un limite di tempo entro il quale deve essere tassativamente conclusa, ovvero 60 ore. Considerando questo ‘dettaglio' e le caratteristiche del tracciato, la Barkley Marathons si è guadagnata la fama non solo di una delle ultramaratone più difficili al mondo, se non la più dura del pianeta, ma anche di una corsa volutamente progettata per non essere portata a termine, anzi per distruggere fisicamente i temerari che vi partecipano. Basti pensare che solo 20 corridori l'hanno portata a termine dalla sua istituzione e fino a quest'anno mai una donna: è toccato alla scozzese Jasmin Paris fare la storia, diventando la prima donna a completare la gara finendo praticamente esanime.
Per capire la durezza del percorso che ogni anno viene allestito per la Barkley Marathons, basti pensare – oltre al fatto che i 160 chilometri si corrono fuori strada – che la corsa presenta 18 chilometri di salite e discese, ovvero il doppio dell'altezza del monte Everest. È dunque richiesto uno sforzo davvero devastante. A rendere la gara unica nel suo genere c'è anche il fatto che non ha un sito web né un indirizzo mail cui rivolgersi: per partecipare bisogna inviare un'email all'ideatore Gary Cantrell – che la inaugurò nel 1986 – e spiegare perché si dovrebbe essere autorizzati a partecipare.
Nel caso la richiesta di iscrizione venga accolta, chi partecipa per la prima volta deve inviare un dollaro e 60 centesimi (un euro e 50 al cambio) e portare una patente di guida del proprio Paese d'origine. Chi invece ha già partecipato in passato, ma non è riuscito a terminare la prova, dovrà portare con sé un determinato capo di abbigliamento, mentre i pochi che sono già riusciti a chiudere la corsa entro le 60 ore dovranno avere con sé un pacchetto di sigarette Camel. I candidati ricevono in anticipo una lettera di "condoglianze", per far capire loro a cosa vanno incontro, e di solito si trovano in numero di circa 35 alla partenza del primo dei cinque giri di un percorso non contrassegnato da alcuna segnaletica e senza checkpoint.
Jasmin Paris, che era al suo terzo tentativo alla Barkley Marathons, è riuscita quest'anno dove nessuna donna prima di lei ce l'aveva fatta: la nativa di Midlothian ha peraltro completato la gara appena 99 secondi prima della deadline delle 60 ore, crollando appena dopo il traguardo, stravolta per lo sforzo profuso. "Avevo solo pochi minuti per salire su quella collina – ha poi detto alla BBC – Non ho ancora realizzato di avercela fatta finalmente. Quei momenti finali hanno ridefinito per me ciò di cui sono capace".
Jasmin è arrivata in condizioni davvero estreme, con molti graffi a causa dei rovi che ha attraversato, diventando la ventesima persona a completare la Barkley Marathons da quando nel 1989 è stata portata all'attuale distanza di 160 chilometri. La gara può svolgersi in qualsiasi momento tra mezzanotte e mezzogiorno, con solo un'ora di preavviso che viene dato nello stesso giorno. Si inizia con l'accensione di una sigaretta e c'è anche la presentazione di una torta con la scritta "Buona fortuna, idioti". Non male come incoraggiamento…