L’ultima rinascita di Gianni Minà grazie all’amico Muhammad Alì: “Pensavo fosse una disgrazia”
Nella sua lunga e brillante carriera da maestro di giornalismo Gianni Minà, morto all'età di 84 anni dopo una breve malattia cardiaca, ha avuto il merito e l'onore di incontrare tantissimi di quei personaggi che, come lui, hanno scritto la storia mondiale dal dopoguerra ad oggi. Ma non solo. Con alcuni di essi il giornalista piemontese classe 1938 ha infatti anche intrattenuto un bellissimo e privilegiatissimo rapporto di amicizia. Personaggi che sono divenuti leggende nei rispettivi ambiti. Ed è così che è stato anche con i più celebri sportivi potendo vantare tra i suoi amici due miti, che hanno travalicato i confini dello sport, come Diego Armando Maradona e Muhammad Alì. Amicizie da cui, come diceva lui stesso, ha imparato grandi lezioni che gli sono servite a rinascere più volte nel corso della sua vita.
Ed è stata proprio una lezione data dal leggendario pugile, che lui considerava il più grande di tutti perché capace di rompere un sistema con la sua lotta di riscatto per il popolo nero, che gli ha permesso di rinascere per l'ultima volta. Nei primi mesi in cui la pandemia di Covid-19 ha stravolto le vite di tutti infatti Gianni Minà, vecchio e pieno di acciacchi, stava ormai per gettare la spugna arrendendosi al torpore che pian piano stava prendendo il sopravvento sulla sua psiche, ed è proprio ricordando cosa gli aveva detto l'amico Muhammad Alì in una delle tante visite nella casa romana del giornalista, che ha trovato la forza per rimettersi in pista e non arrendersi a quella situazione che lo stava dilaniando.
A raccontare questo aneddoto è stato lo stesso Gianni Minà in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso luglio. Rispondendo ad una domanda riguardante proprio la più grande lezione che ha imparato dall'amicizia con quello che è unanimemente considerato il più grande pugile di tutti i tempi, ha difatti risposto svelando come in realtà, proprio in quel momento, la stesse ancora mettendo in pratica: "La sto vivendo sulla mia pelle: sono vecchio e con acciacchi più o meno seri che mi hanno complicato la vita. Non vedo più tanto bene, faccio molta fatica a leggere, ma continuo a farlo, a studiare, a scrivere. Mi sono fermato psicologicamente durante la pandemia, pensavo fosse una disgrazia insopportabile accaduta proprio a me" aveva difatti esordito il compianto maestro di giornalismo.
Proseguendo ha poi spiegato in che modo la lezione appresa dal suo grande amico gli sia servita per superare quel momento per lui estremamente complicato: "Poi semplicemente, mia moglie Loredana mi ha fatto ricordare la lezione di Muhammad Alì, che quando passava a Roma ci veniva sempre a trovare con la sua Lonnie – ha difatti aggiunto –. Lui, ‘the greatest', il più grande, colpito proprio nella parola che aveva usato così mirabilmente per difendere i diritti civili della sua gente diceva spesso: ‘Ho ricevuto così tanto dal mio Dio che neanche questa malattia può minimamente pareggiare quello che ho ricevuto da Lui‘. In fondo, è così pure per me. Sono state quindi le parole di Muhammad Alì a farmi trovare un modo altro, diverso per continuare la mia professione di giornalista. Anzi, ora ho imparato ad ascoltare di più e meglio" aveva quindi chiosato Gianni Minà che, grazie a quella lezione, ha quindi potuto proseguire a fare ciò che più amava e che meglio sapeva fare fino ai suoi ultimi giorni regalando altre piccole perle che rimarranno scolpite inevitabilmente nella storia del giornalismo.