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Luigi Samele a Fanpage.it: “Da Tokyo 2020 voglio tornare con una medaglia“

Voleva smettere, è rimasto in piedi e ha continuato a lottare per arrivare dov’è. Luigi Samele è un atleta che rappresenta l’Italia nel mondo e a Fanpage.it ha parlato della sua preparazione ai Giochi Olimpici di Tokyo 2021, del suo rapporto con la scherma e del modo in cui i ragazzi dovrebbero approcciarsi alla sua specialità e allo sport in generale.
A cura di Vito Lamorte
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“Spero di tornare a casa con una medaglia”. Luigi Samele ha le idee chiare in vista di Tokyo 2020. Il countdown è iniziato e, se tutto va come deve, il 23 luglio 2021 gli occhi del mondo saranno puntati su Giappone. Un bronzo ai Giochi Olimpici di Londra del 2012; un oro, tre argenti e due bronzi ai Mondiali; e poi cinque ori, quattro argenti e un bronzo agli Europei: leggendo il palmares ci si aspetta un atleta navigato e prossimo al tramonto ma questo ragazzo nato a Foggia classe 19887 è più agguerrito che mai e non vede l’ora di essere a Tokyo per provare a bissare l’alloro olimpico. Aveva pensato di lasciare prima della Nazionale ma ha continuato a lottare per arrivare dov’è: dopo Londra e Rio de Janeiro, anche a Tokyo Luigi Samele cercherà di fare il massimo per portare in alto il tricolore. Lo schermidore delle Fiamme Gialle a Fanpage.it ha parlato del modo in cui si sta preparando per i Giochi Olimpici del 2021, del suo rapporto con la scherma e del modo in cui i ragazzi dovrebbero approcciarsi alla sua specialità e allo sport in generale.

Come si sta preparando Luigi Samele per le Olimpiadi di Tokyo?
“Sfortunatamente non ci sono gare e stiamo allenamenti e ritiri con la Nazionale. Cerchiamo di tenere alta l’adrenalina e la concentrazione alta per riprodurre in minima parte ciò che avviene in gara. Ovviamente non è possibile farlo al 100% ma proviamo ad avvicinarci per arrivare il più possibile preparati. Ci sono persone che stanno peggio di noi in questo momento, quindi va bene così”.

Avete avuto problemi nei mesi scorsi per allenarvi oppure siete riusciti compensare con sedute video e poi in presenza?
“Abbiamo alternato raduni e sedute a distanza e da lunedì saremo di nuovo a Roma. Comunque sì, abbiamo fatto sedute tecniche tramite video. Fare scherma tramite video non è possibile però facciamo analisi e lavoriamo sulla tattica dei futuri avversari per arrivare preparati“.

Quali sono i ricordi più belli delle Olimpiadi di Londra e Rio de Janeiro?
“Sarà la mia terza Olimpiade, in una ero riserva e a Londra ho partecipato vincendo la medaglia. La prima ero giovanissimo e la presi con la spensieratezza di un ragazzino mentre nella seconda ero più consapevole. L’arrivo della medaglia è qualcosa di indescrivibile ed è poi il coronamento di un sogno, soprattutto per noi che facciamo sport cosiddetti ‘minori’. Si arriva ai Giochi Olimpici con una tensione altissima, perché c’è grande pressione e quando finisce tutto il primo pensiero è ‘E adesso?’ (ride, ndr)”.

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In che modo ha cambiato la sua preparazione dopo lo spostamento di un anno dei Giochi?
"Nel periodo del lockdown ho approfittato per rigenerarmi un po’ fisicamente e poi abbiamo sfruttato il tempo libero per andare a recuperare alcune lacune. Adesso che ci stiamo avvicinando all’Olimpiade ci siamo spostati sulla prestazione vera e propria".

“Prima che arrivasse la convocazione in nazionale volevo smettere, non riuscivo a fare i risultati che volevo e arrivai persino a dubitare che fosse lo sport giusto per me”. Cosa scatta in un’atleta per cambiare completamente rotta come hai fatto tu? 
"A mio parere, spesso e volentieri scatta la noia. Quando fai uno sport individuale, la componente psicologica è importantissima perché non hai appigli reali. Puoi cercare scuse, ma non ti portano da nessuna parte. È tutto in mano a te e quando subentrano la noia e la routine, ti chiedi se stai facendo la cosa giusta. In quel momento ti fai delle domande e cerchi delle risposte, a reinventarti. Io, ad esempio, ho deciso di cambiare allenatore e città, per la seconda volta, in un periodo della mia carriera che mi sentivo fermo".

Qual è stata l’emozione maggiore della tua carriera e cosa si aspetta per l’immediato futuro?
"Tutti pensano alla medaglia olimpica ma non è così. Io quando ero piccolo non molto bravo, non ero una promessa, e molti non puntavano su di me. Venni convocato ad un mondiale giovanile con molti pareri contrari e inaspettatamente vinsi. Quello è stato il momento più bello perché non se lo aspettava nessuno, nemmeno io. Per quanto riguarda il futuro dico solo che sto bene, mi sento bene fisicamente e lavorerò perché spero di tornare a casa con una medaglia".

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Quali sono i prossimi appuntamenti e come state preparando il periodo che precede la manifestazione olimpica?
"Ci sono molti aspetti che bisogna curare, dall’alimentazione al riposo. Una vita regolare e fare grande attenzione a tutto ma, lo dico con grande sincerità, credo che sia corretto arrivare ai Giochi con serenità perché sennò ti distrugge mentalmente. Bisogna essere in grado di dare il giusto peso alla gara, né troppo poco ma nemmeno esagerando. Coscienti di quanto è importante l’appuntamento ma non dimenticare che è pur sempre sport. Tutti gli atleti più forti che ho visto mi hanno dato sempre una grande sensazione di bilanciamento, spesso e volentieri arrivano alle gare sembra che non gli importi nulla ma negli attimi prima della gara negli occhi vedi il fuoco. Questo ti fa capire tanto".

Cosa direbbe Luigi Samele ad un ragazzo/a appassionato di scherma, quali consigli darebbe per il suo percorso?
"Lo sport va preso come divertimento. Questa è la prima cosa. Io ho avuto tanti, troppi, amici nella scherma che erano dei fenomeni ma per le eccessive aspettative personali e della famiglia non hanno imparato a perdere e nello sport, più che festeggiare una vittoria, bisogna capire come recuperare da una sconfitta. A meno che tu non sei la Vezzali o Valentino Rossi, o altri super campioni che fortunatamente per loro sono stati più sul podio che ad inseguire, la statistica ti dice che devi imparare a prendere i pugni. Questo l’ho imparato leggendo anche cose sul pugilato: bisogna menare ma bisogna apprendere anche come incassare".

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