L’oro olimpico dell’Italia era pulito, l’argento dell’Inghilterra no: medaglia nella 4X100 ritirata per doping
La vittoria di Marcell Jacobs nei 100 metri piani (la gara dei figli del vento) e il successo della staffetta 4×100 italiana (oltre al campione bresciano c'erano anche Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu) sono stati due momenti di sport bellissimi alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Due risultati dirompenti, perché nessuno immaginava che la generazione di sprinter azzurri potesse competere a un certo livello e farlo da protagonisti assoluti. Iconico il commento in telecronaca del giornalista inglese che, memore della beffa agli Europei di calcio (con i Tre Leoni sconfitti in finale dalla Nazionale), esclamò "stiamo vincendo l'oro… oh no… l'Italia". suggellando così la grande delusione per essere stati battuti di un centesimo (37″51 il tempo rispetto al 37″50 degli avversari fenomenali con Jacobs e Tortu).
Due successi che, a cominciare dai tabloid d'Oltremanica, vennero messi in controluce alimentando il sospetto che dietro quegli exploit ci fosse dell'altro, che – senza addurre alcuna prova al riguardo – quelle prestazioni incredibili non erano pulite, che ci fossero delle ombre.
C'era del marcio ma non nel quartetto azzurro bensì nella selezione britannica al punto che il Tribunale Arbitrale dello Sport ha decretato la cancellazione ufficiale della medaglia conquistata ai Giochi nel Sol Levante. Inglesi tirati giù dal podio e degradati dell'argento che va invece al Canada mentre il bronzo è attribuito alla Cina. Il motivo? Il caso di positività al doping di Chijindu Ujah (primo frazionista) che venne rilevato il 12 agosto scorso. Dopo sei mesi è arrivata la sentenza che rappresenta un brutto colpo per l'immagine della Gran Bretagna.
Allo stesso atleta null'altro è rimasto che accettare il verdetto, ribadendo la propria innocenza: non ha potuto negare l'evidenza dei fatti ma ha spiegato ancora una volta che il suo caso di positività al doping non era volontario. "Accetto la decisione con profondo dispiacere – ha ammesso Ujah, come riportato dai tabloid -. Ma ci tengo a precisare che ho assunto quelle sostanze in maniera inconsapevole, ed è per questo che ho violato le regole anti-doping".
Cosparge il capo di cenere e fa ammenda anche al cospetto dei compagni di squadra che per colpa sua si sono visti scippare la medaglia dal collo che credevano di aver conquistato in ista regolarmente, battuti solo di pochissimo allo sprint da una straordinaria Italia. "Sono molto rammaricato che la mia situazione ha portato alla cancellazione della medaglia – ha aggiunto -. Voglio chiedere scusa ai miei compagni di squadra, alle loro famiglie e a tutti i collaboratori. Sarà un rimpianto per il resto della mia vita".