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Olimpiadi Parigi 2024

Lola Anderson vince l’oro e ricorda il biglietto che il padre morto mise in una cassetta di sicurezza

Dopo aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel quattro di coppia di canottaggio, Lola Anderson ha raccontato in lacrime la storia di una bambina che tanti anni fa aveva scritto un biglietto con dentro un sogno. Quel foglietto spiegazzato Lola lo aveva buttato via, ma suo padre lo aveva recuperato nel cestino e messo in una cassetta di sicurezza. Anni dopo, poco prima di morire di cancro, papà Don glielo ha restituito: oggi a Parigi è diventato realtà.
A cura di Paolo Fiorenza
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"Mi chiamo Lola Anderson e penso che il mio più grande sogno nella vita sarebbe andare alle Olimpiadi e rappresentare la squadra britannica nel canottaggio e, se possibile, vincere una medaglia d'oro". Questo scriveva una bambina parecchi anni fa, dopo aver visto in TV le gare dei Giochi di Londra 2012, in cui gli equipaggi inglesi avevano vinto quattro ori. La capacità di sognare di Lola Anderson avrebbe camminato potente negli anni successivi, fino a portarla nelle acque di Vaires sur Marne, appena fuori Parigi, per vincere quell'oro alle Olimpiadi proprio nel canottaggio assieme alle sue compagne. Quel biglietto – che lei aveva buttato via e poi dimenticato – era stato recuperato dal padre e custodito in una cassetta di sicurezza, prima che lui glielo mostrasse un paio di mesi prima di morire di cancro.

Lola Anderson in lacrime all'arrivo del quattro di coppia britannico che ha vinto l'oro alle Olimpiadi
Lola Anderson in lacrime all'arrivo del quattro di coppia britannico che ha vinto l'oro alle Olimpiadi

Oggi Lola remava nel quattro di coppia e pensava alla voce di suo padre, ai sogni da inseguire, al traguardo che non arrivava mai. Remava e sentiva i polmoni esplodere, il cuore battere sempre più forte. Suo padre, il biglietto, la medaglia d'oro, una vita. E poi le lacrime. Tante, irrefrenabili, pulite, appena dopo l'arrivo e poi ai microfoni delle interviste, quando si è commossa nel raccontare la storia. In quel momento non interessava come avesse fatto a superare di un'unghia la barca olandese, non interessava il numero dei colpi, non interessava nient'altro. Lola si è tolta di dosso i suoi 26 anni e ha ceduto il microfono a quella bambina che faceva sogni grandi come il cielo di Parigi.

Il biglietto che Lola Anderson scrisse da bambina, conservato dal padre in una cassetta di sicurezza

Ha raccontato di quel biglietto che suo padre Don, ex canottiere universitario, le aveva dato pochi mesi prima che morisse di cancro, quando mancavano cinque anni alle Olimpiadi del 2024. Ha ricordato cosa c'era scritto in quell'appunto e come lo avesse buttato via. Lola non riusciva a smettere di piangere mentre spiegava che suo padre, cosa che non sapeva all'epoca, era andato a recuperare quel foglietto spiegazzato nella spazzatura e lo aveva conservato, riponendolo addirittura in una cassetta di sicurezza, prima di tirarlo fuori poco prima di morire per restituirlo a quella bambina diventata donna, atleta, campionessa.

Quel desiderio scarabocchiato e poi buttato era diventato un lontano ricordo per Lola quando, nell'ottobre 2019, suo padre le chiese di andare a prendere la sua cassetta di sicurezza. "Non ci ho fatto caso, ho fatto come mi era stato detto – ha raccontato qualche tempo fa, quando già aveva vinto il mondiale Under 23 – Quando gliel'ho data, lui mi ha restituito qualcosa, quella pagina del mio diario. Ovviamente quel giorno lui stava pulendo il mio piccolo cestino della carta straccia, aveva visto questo foglio nel cestino e aveva deciso che me l'avrebbe restituito un giorno, quando avesse significato qualcosa".

Lola Anderson sul podio assieme alle sue compagne
Lola Anderson sul podio assieme alle sue compagne

"Mio padre ha creduto in me, oggi sarebbe molto orgoglioso"

"L'ho buttato via perché non ci credevo – ha detto la Anderson oggi dopo essersi messo l'oro al collo – Voglio dire, avevo 13 anni a quel tempo, quindi perché dovresti crederci? Mio padre l'ha visto prima di me. Ha visto il mio potenziale, ma il mio potenziale non si sarebbe sbloccato senza le ragazze che hanno tagliato il traguardo con me oggi. Sarebbe molto orgoglioso di me, sto pensando molto a lui".

Perché per un padre i sogni di una figlia sono una delle cose più preziose che ci siano, da custodire gelosamente e innaffiare tutti i giorni. In quell'oro di Lola Anderson c'è tanto del soffio di Don, del suo incoraggiare quella ragazzina caparbia e sognatrice a non mollare mai. Il traguardo è lì, per chi non smette di crederci. E vale la gloria sportiva eterna: oro alle Olimpiadi. Roba per pochissimi.

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