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Lo sveglia l’antidoping, Powell protesta: tre controlli in cinque giorni

L’ultimo controllo alle 22.15 di giovedì, il giamaicano stava già dormendo. Dopo sette controlli ematici il giorno dopo è apparso troppo stanco per allenarsi.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Jamaican sprinter Asafa Powell looks on

La lotta al doping passa anche, e si sa, per i controlli a sorpresa. Ma quando questi iniziano a diventare troppo invadenti, si rischia anche di mettere a rischio le prove degli atleti: è quello che sostiene il comitato olimpico giamaicano, che ha preso le parti di uno dei suoi atleti più rappresentativi: Asafa Powell.

Powell nello specifico si è sottoposto già a tre controlli in cinque giorni, tra cui uno avvenuto di notte, quando il campione giamaicano dormiva. Lo ha raccontato il suo manager Paul Doyle, che ha poi aggiunto “Va benissimo che facciano i test ma vorremmo che ci fosse più sensibilità verso chi si sta preparando a gare importantissime". Powell, uno dei pretendenti al podio dei 100 metri, "a meno di 48 ore dal suo primo impegno, ha perso ore preziose di sonno: non va bene”. L’ultimo controllo, il quinto in tre giorni, è avvenuto alle 22.15 di giovedì, quando alla sua porta si sono presentati i commissari dell’antidoping mentre Powell già dormiva. Pur visibilmente contrariato, il giamaicano si è comunque sottoposto a tutti i controlli ematici: ben sette, con il risultato che il giorno dopo è apparso troppo stanco per allenarsi.

Tutto lecito normale per il Comitato Olimpico, che ha ovviamente preso atto e mostrato comprensione verso Powell, ma null’altro. “Ci hanno risposto che capiscono, ma che Powell deve comunque fare questi test”, fanno sapere dal team giamaicano. Insomma, si prospettano per lui e tanti altri sgradite sorprese in orari notturni. Sperando che alla fine il buon senso prevalga e non ci siano davvero ripercussioni nelle prestazione degli atleti.

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