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Guerra in Ucraina

Lo sfregio del russo Kuliak con la Z sulla tuta: “Provocati dagli ucraini, dovevate vederli”

Il ginnasta russo, Ivan Kuliak, ha spiegato perché aveva sulla divisa da gara il badge con la Z, simbolo dell’invasione russa in Ucraina. Non fa passi indietro né è pentito, la sua posizione trova conferma nelle parole dell’allenatrice della nazionale, Valentina Rodionenko.
A cura di Maurizio De Santis
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Ivan Kuliak ha spiegato perché aveva la Z in petto, sulla divisa da gara della Russia.
Ivan Kuliak ha spiegato perché aveva la Z in petto, sulla divisa da gara della Russia.
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La foto del ginnasta Ivan Kuliak, salito sul gradino più basso del podio esibendo la Zeta simbolo adottato dall'esercito russo per l'invasione dell'Ucraina, ha fatto il giro del mondo. Perché lo ha fatto? È stato un gesto volontario oppure si è trovato costretto a rispondere "presente" a un ordine arrivato dall'alto? La risposta alle domande è una sola e disarmante, da pelle d'oca, da brivido freddo lungo la schiena per le motivazioni che ne hanno animato orgoglio e spirito di rivalsa.

Kuliak si è sentito provocato e ha reagito d'impulso, per amor di patria e per la pace. Lo ha fatto per non chinare la testa dinanzi a quello che ha raffigurato come un sopruso. Almeno questa è la versione dell'episodio per il quale adesso rischia anche pesanti sanzioni disciplinari dalla Federazione internazionale, oltre alla riprovazione per aver osato tanto. Il ragazzo ha affidato lo sfogo a Telegram, ha chiarito tutto nel solco degli stessi concetti svelati dalla sua allenatrice, Valentina Rodionenko. Non ha fatto passi indietro, non è pentito né dispiaciuto per quella presa di posizione clamorosa e rumorosa nella tappa di Coppa del Mondo a Doha (in Qatar). Lo rifarebbe ancora, se necessario. Tutto pur di difendere il suo Paese.

Valentina Rodionenko, ct della nazionale russa che ha ribadito perché era giusto esibire quella Z sulla divisa.
Valentina Rodionenko, ct della nazionale russa che ha ribadito perché era giusto esibire quella Z sulla divisa.

Dietro quella Z mostrata con orgoglio in petto, tronfio nello sguardo, cucita a mo' ti toppa sulla bandiera della Russia scomunicata a livello internazionale c'era il cuore in subbuglio dell'atleta e del cittadino russo. Gli ribolliva il sangue nelle vene quando ha visto gli avversari ucraini che, avvolti nelle bandiere del loro Paese, hanno preso di mira lui e altri connazionali. "Sono stati loro a iniziare… ci hanno trattato male, con noi non si sono comportati bene. Se ho indossato la Z è stato anche per questa ragione".

Kuliak, medaglia di bronzo a Doha (in Qatar), sul podio accanto all'ucraino che ha vinto l'oro.
Kuliak, medaglia di bronzo a Doha (in Qatar), sul podio accanto all'ucraino che ha vinto l'oro.

Vent'anni: la disciplina ferrea della trincea che non ammette cedimenti è il companatico che lo ha aiutato a crescere. Vent'anni: sei tutto e niente dinanzi alla vita scandita dalla durezza degli allenamenti accompagnata dall'addestramento militare. Vent'anni: gli sembrano ancora pochi e si sente invincibile poi un giorno si volterà a guardarli e non li troverà più. Nelle sue parole troppo gelate c'è il lato oscuro di un indottrinamento che non ammette libertà di pensiero né cedimenti emotivi ma solo voglia di combattere sempre.

Dietro quel badge della discordia ci sono rabbia in corpo e animo tormentato: "Hanno vietato tutto quello che potevano vietare – ha aggiunto Kuliak -, ci è stato detto che dovevamo coprire il vessillo del nostro Paese ma io volevo solo mostrare da dove vengo. Non volevo fare del male a nessuno. Questa Z significa per la vittoria, per la pace".

Il ginnasta russo, Ivan Kuliak, al termine della sua performance in Coppa del Mondo.
Il ginnasta russo, Ivan Kuliak, al termine della sua performance in Coppa del Mondo.

Ascoltava gli atleti avversari urlare "Gloria all'Ucraina" e in Kuliak s'accendeva l'amor patrio. Non è colpa sua né del suo staff ma non potevano tacere, restare immobili dinanzi a uno sfregio del genere. Non hanno porto l'altra guancia ma allungato la mano per restituire il ceffone ricevuto. Così diceva ed era d'inverno. "Avreste dovuto vederli – ha spiegato Rodionenko a Match Tv -. Sono saliti nel podio con addosso le loro bandiere e hanno incitato il loro Paese… gridavano Gloria all'Ucraina. È contro le regole però hanno agito lo stesso così. Hanno chiesto che fossimo esclusi dalla competizione. Noi non abbiamo fatto o detto niente di male a nessuno". Stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore.

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