Lo sfogo del capitano della Nazionale di ritmica: “Non chiamateci farfalle, quell’era è morta”
Vessazioni presunte che avrebbero causato grandi sofferenza emotive e un'inchiesta della magistratura. La bufera che s'è abbattuta sul mondo della ginnastica ritmica Azzurra dopo le dichiarazioni rese da alcune ex atlete (Nina Corradini e Anna Basta) ha cambiato tutto. Hanno denunciato maltrattamenti, perfino umiliazioni pubbliche e diete ossessive, stress fisico e mentale insopportabili. C'è stato un prima, ci sarà un dopo con una cesura netta rispetto al passato onirico.
Quali saranno (se dimostrate) responsabilità accertate e provvedimenti conseguenti è materia che attiene alla giustizia: quella ordinaria sta ancora indagando, quella sportiva. Ma niente sarà più come prima. Quell'aura da sogno e magia che c'era intorno alle "farfalle" della Nazionale è stata spazzata via dal lato oscuro (poi finito sotto i riflettori) del percorso, degli allenamenti, dei sacrifici a cui le ginnaste si sottoponevano e sopportavano perché se vuoi essere la migliore, se vuoi competere al top, allora devi essere disposta a tutto. C'è chi ha tollerato e chi no, è scoppiata. E chi adesso guarda avanti con una prospettiva differente.
Ne parlano in un posto congiunto Alessia Maurelli (che è anche capitano della Nazionale) e Martina Centofanti. C'è una frase che colpisce: "Non chiamateci più Farfalle, quell’era non esiste più". E rende bene l'idea di quanto la situazione sia divenuta insostenibile per tutte le cose che sono emerse e non rispecchiano "il nostro stesso ideale di libertà".
L’era delle “Farfalle” nata giornalisticamente ad agosto del 2004 – si legge -, muore dopo 18 anni sempre giornalisticamente a novembre 2022. La rottura è dolorosa ed irreversibile, dato soprattutto il peso insostenibile di un collegamento diretto e ormai mediaticamente inevitabile a violenze e abusi che non rispecchia il nostro stesso ideale di libertà. L’attuale e futura Squadra Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica non si riconoscerà MAI PIÙ con il soprannome Farfalle.
Le storie di violenze e abusi raccontate hanno preso il sopravvento nella narrazione della disciplina: Emanuela Maccarani (direttrice tecnica dell’Accademia di Desio e ct della Nazionale dal 1996) e la sua assistente, Olga Tishina, sono state deferite: sarà il Tribunale federale a propendere per l'assoluzione o la condanna con sanzioni che comprendono ammonizione, ammenda, sospensione da quindici giorni a due anni, e nelle ipotesi più gravi anche la radiazione.
La loro posizione – sia davanti alla giustizia ordinaria sia sportiva – va ancora chiarita. Sul tavolo resto molti aspetti della vicenda sulla quale fare luce. La stessa Maccarani, l'allenatrice più vincente della storia della ritmica azzurra (8 ori mondali, argento olimpico ad Atene 2004, e 2 bronzi olimpici a Londra 2012 e Tokyo 2020), in un'intervista al Corriere della Sera ha spiegato la propria versione.
"Anna (Basta, ndr) se n’è andata a maggio 2020, nessuno si era accorto del suo disagio. Il problema non erano i chili, era la tecnica. Le Olimpiadi si fanno in 5 e lei era la sesta. Le ho detto: vai a casa, centrati, ci risentiamo. È sparita. Non voleva più la ginnastica e si è portata dietro il conflitto in famiglia. Le serviva un alibi: non essere stata capita".
Maccarani parla anche di una delle frasi che sono entrate nel corredo accessorio dello scandalo: abbiamo un maialino in squadra. Le accuse, dice l'allenatrice, "arrivano tutte da ginnaste che non hanno fatto le Olimpiadi… guarda caso. Galtarossa nel 2013 è diventata mia assistente: la pesa fino a Rio la faceva lei". E no, niente sarà più come prima.