L’Italia di pallavolo fermata dalla iattura dell’urlo malefico: “Kiricocho!” ed è finita
L'urlo portatore di sventura terrorizza anche le Olimpiadi: se agli Europei era stato il nostro Giorgio Chiellini a tirarlo fuori nel momento del massimo bisogno – quando l'Inghilterra stava per calciare l'ultimo rigore nella finale contro gli azzurri – adesso è l'Italia a pagare dazio alla nefasta iattura che si materializza urlando il terribile nome di nove lettere: "Kiricocho!".
Immaginiamo cosa abbiano provato martedì alla Ariake Arena di Tokyo – dove gli azzurri di pallavolo erano impegnati nei quarti di finale contro l'Argentina – nel sentire levarsi quel grido funesto nel silenzio dell'impianto privo di spettatori. Anzi, non del tutto privo: una voce dal timbro sudamericano era acquattata nell'ombra, pronta a scagliare la nemesi antica della cui potenza parlavano i nostri padri. Del resto l'anatema Kiricocho nasce proprio in Argentina negli anni '80, quando Carlos Bilardo ebbe l'intuizione geniale di spedire ad osservare gli allenamenti altrui un tifoso della squadra da lui allenata, l'Estudiantes: si trattava di una persona che aveva fama di potentissimo iettatore. Una mossa che pagò subito dividendi: la vittoria nel campionato argentino.
Da allora il nome di Kiricocho è diventato una parola temutissima nel mondo dello sport, con parecchi episodi a certificare la sua potenza micidiale quando viene scagliato per gettare negatività sugli avversari. Chiellini lo sapeva bene, ed anche l'altro giorno chi lo ha urlato nel palazzetto di Tokyo sapeva benissimo che il colpo deve essere mirato bene, secco e nel momento decisivo. Ed infatti l'Italia era avanti un set a zero e vinceva 9-7 nel secondo, quando al servizio è andato in salto Alessandro Michieletto. Mentre il 19enne schiacciatore azzurro era in volo, è stato lanciato l'anatema mortifero: battuta sbagliata e match che è girato da quel momento. La squadra albiceleste ha vinto secondo e terzo set, perdendo il quarto e chiudendo poi la partita al tie-break decisivo. Se gli azzurri fossero riusciti a portarsi sul 2-0, probabilmente sarebbe stata un'altra storia: in Argentina non hanno dubbi, è stato il potere nero, nerissimo, di Kirococho.