L’incredibile piano per far correre la finta atleta somala: l’ente sportivo universitario non esiste
Troppo grande lo scandalo esploso in mondovisione perché non saltasse qualche testa in Somalia, dopo che il Paese africano era stato ridicolizzato durante i Giochi mondiali universitari in corso di svolgimento a Chengdu, in Cina. Quella concorrente assolutamente improponibile sui 100 metri, senza alcuna parvenza di atletismo, allenamento, tecnica e quant'altro giustificasse la sua presenza su una vetrina così importante, era diventata prima uno zimbello sui social e poi l'oggetto di critiche feroci a chi l'aveva selezionata in patria.
Possibile che quella ragazza sovrappeso – che era arrivata a oltre 10 secondi dalla vincitrice, saltellando allegramente dopo l'arrivo con atteggiamento non consono a palcoscenico e prestazione – fosse il meglio che uno stato con milioni di abitanti potesse esprimere? E infatti non era possibile, come poi si è scoperto. La presenza ai blocchi di partenza della 20enne Nasra Ali Abukar era dovuta soltanto alla sua parentela con la presidente della Federazione somala di atletica leggera, che non si è fatta scrupoli a fare questo regalo alla ragazza senza alcun timore che la sua palese impreparazione smascherasse la truffa in maniera ignominiosa.
È l'arroganza del potere, che tuttavia stavolta è stata pagata cara. Perché è stato inevitabile che in Somalia si muovesse la politica al livello più alto per individuare e punire i responsabili dello scandalo. E dunque Khadijo Aden Dahir, la presidente della Federazione somala di atletica leggera, è stata sospesa dal Ministero della Gioventù e dello Sport del Paese africano, che ha pubblicato su Twitter il documento che dettaglia i motivi della sospensione.
"La signora Khadijo Aden Dahir, presidente della Federazione somala di atletica leggera, è stata coinvolta in atti di abuso di potere, nepotismo e diffamazione del nome della nazione nell'arena internazionale – si legge – Nasro Abukar Ali è stata identificata non essere né una sportiva né un'atleta". La decisione è arrivata dopo un'indagine preliminare, mentre l'Esecutivo del Comitato Olimpico Nazionale della Somalia si riunirà di nuovo nel prossimo futuro "con urgenza" per discutere e decidere sulla "linea d'azione necessaria".
"Il Ministero della Gioventù e dello Sport dichiara fermamente la sua intenzione di intraprendere un'azione legale sia contro la presidente della Federazione di atletica leggera della Somalia che contro le persone responsabili della falsificazione dell'Associazione sportiva universitaria somala", si legge ancora nella nota ministeriale, che dunque svela come il piano per far correre la 20enne in Cina abbia addirittura previsto la creazione di un'associazione inesistente, la Somali University Sports Association.
A completare il quadro della truffa, in un comunicato stampa pubblicato sulla sua pagina Facebook, l'Associazione delle università somale ha affermato di non aver nominato nessun'atleta per partecipare alla gara di Chengdu. Insomma una pagliacciata in piena regola.