L’inaccettabile minaccia dell’allenatrice russa: “Dobbiamo ricordarvi Hiroshima e Nagasaki”
La Russia e la Bielorussia sono state ufficialmente escluse da ogni competizione. È uno dei provvedimenti che i differenti vertici dello sport iridato hanno preso a cascata, in seguito alla guerra scatenata da Vladimir Putin che ha ordinato l'invasione dell'Ucraina. Le notizie e le immagini che arrivano dal fronte, in particolare l'attacco sferrato nelle ultime ore che non ha risparmiato nemmeno l'ospedale pediatrico di Mariupol, hanno alimentato sdegno profondo nei confronti del leader del Cremlino, reso ancora più severe le sanzioni verso il suo Paese e la cerchia di oligarchi che lo circonda (tra cui l'ex numero uno del Chelsea, Roman Abramovich).
A prendere una posizione molto netta è stata anche la Federazione Internazionale di Ginnastica, presieduta dal giapponese Morinari Watanabe: un atto divenuto efficace dopo la premiazione della tappa di Coppa del Mondo a Doha (in Qatar). Un evento che ha guadagnato le copertine dei giornali per la Z cucita sul body di Ivan Kuliak, il ginnasta che ha mostrato con orgoglio sul podio (ci è salito per aver conquistato il bronzo) il simbolo che scandisce l'avanzata "per la vittoria e per la pace" dell'esercito russo.
A 20 anni la sua indole è stata formata anche dagli addestramenti militari a cui ha risposto "presente" durante il percorso formativo di atleta. Ne ha postato con orgoglio sui social le foto e i messaggi a corredo. E adesso per quanto accaduto è considerato un esempio di patriota, disposto a tutto pur di battersi per il suo Paese. Kuliak ha fatto molto di più: non si è detto pentito di aver commesso un gesto del genere e, se necessario, sarebbe pronto a esibire ancora quel badge che è un atto di sfida contro i nemici della Russia. Ha anche spiegato che si è trattato di una reazione a una provocazione, di rimostranza nei confronti dei rivali ucraini che, a suo dire, hanno avuto atteggiamenti scorretti nei confronti dei connazionali.
Una tesi ribadita anche dal tecnico, Valentina Rodionenko, a conferma di come la rigida educazione impartita ai ragazzi e i metodi adottati per spingere al massimo il loro livello di competitività siano molto aggressivi, non ammettano cedimenti emotivi e si muovano in quella zona grigia ai limiti del doping (è il caso della pattinatrice Kamila Valieva); come il legame tra sport e politica sia molto più stretto di quanto si possa immaginare, al punto da spingere anche i tesserati a esporsi pubblicamente.
L'ultima a farlo è stata un'altra allenatrice che appartiene al mondo della ginnastica russa, si tratta di Marina Ulyankina che ha protestato formalmente contro la decisione della Federazione a guida nipponica di estromettere la Russia da ogni torneo. I termini utilizzati sono tanto sgradevoli quanto inopportuni e si prestano a diverse interpretazioni. In un messaggio ha scritto che il presidente della Federazione (Morinari Watanabe) dovrebbe "ricordare le due bombe nucleari sganciate su Hiroshima e Nagasaki" durante la Seconda Guerra mondiale.
Una sortita infelice, alla luce del contesto internazionale e della situazione drammatica in Ucraina per la furia del conflitto, che ha suscitato biasimo e una doppia chiave di lettura: c'è chi ha colto il riferimento agli Stati Uniti che, nonostante avessero usato ordigni di una portata così devastante, non sono mai stati squalificati o messi al bando dalla comunità internazionale; chi invece l'ha ritenuta una minaccia velata.
È stata Lilija Oleksandrivna Podkopajeva, l'ex ginnasta ucraina (che nell'artistica è stata una delle più forti per aver detenuto contemporaneamente il titolo nell'individuale di campionessa olimpica, mondiale e continentale) ha attaccato su Instagram Ulyankina. "Mentre la Russia sta bombardando donne e bambini in Ucraina, l'allenatore russo di ginnastica sta portando minacce di bombe nucleari alla comunità di ginnastica. Evidenziando ancora perché gli atleti russi dovrebbero essere banditi dai tornei e dalle competizioni internazionali".